Quando i cittadini non hanno alcun potere decisionale su ciò che li riguarda da vicino, non è democrazia; quando i governi non fanno gli interessi della collettività ma solo i propri, non è democrazia; quando le persone vengono spellate vive da una tassazione feroce e private pure del lavoro, non è democrazia. Dopo la fine della 2° guerra mondiale, i nostro padri costituenti, con l’unico scopo di apparire “democraticissimi“, misero talmente tanti paletti e contrappesi per espletare le funzioni governative, che alla resa dei conti tolsero alla gente ogni libertà per darla in pasto a coloro che (tramite i partiti) fungevano da rappresentanti in parlamento, senza tener conto della corruzione; le truffe, i raggiri ed i ripetuti imbrogli.
Questa nostra costituzione, non più degna di un “paese” che si definisce civile, non può venir modificata secondo leggi obsolete, ma è da riscrivere ex novo nel merito e nel contenuto con giudizio di causa, serietà e responsabilità. Impresa ardua per i nostri pseudo cervelloni senza arte nè parte, che finirebbero di peggiorare le cose dopo un iter spaventosamente lungo. Nemmeno i cittadini più colti e preparati sanno cosa fare per porre fine a questo degrado, figuriamoci gli altri. Protestare non serve a niente, disertare le urne nemmeno. Agli individui comuni non resta nemmeno più la forza per scuotere la testa, la tengono bassa e basta.
di Giuseppe Franchi N.a.a.