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Giovani governi…vecchi vizi

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Il neo Governo Renzi, al di là delle belle parole e delle altrettanto “ottimistiche” previsioni, inizia subito con il piede “giusto” ovvero aumentando, come da antiche tradizioni, il peso fiscale sulle tasche degli Italiani. Infatti il nuovo Consiglio dei Ministri ha subito autorizzato i Comuni italiani, veri e propri buchi neri in cui vengono regolarmente fagocitati i soldi dei contribuenti, a ritoccare, ovviamente al rialzo, le aliquote della Tasi fino  al 3,3 per mille per la prima abitazione e fino addirittura all’11,4 per mille per gli altri immobili. Una stangata che sarà, quel che è peggio, gestita in tutta autonomia, parola che ci fa accapponare la pelle, dai vari Comuni. Ovviamente il Governo non avrà alcuno strumento per controllare la bontà di quanto appunto le amministrazioni locali faranno a casa loro. La norma che regola tale operazione infatti non obbliga i Sindaci a destinare l’aumento complessivo, che sarà dello 0,8 per mille, a sgravi e detrazioni per le famiglie più deboli come previsto in teoria, quindi  i Comuni saranno praticamente liberi di fare con quei soldi quello che vorranno con tutte le conseguenze nefaste del caso.

 

Ma non basta perché a questo bell’inizio fanno da corollario altre due “ciliegine da aggiungere alla torta iniziale: in primo luogo i 570 milioni gentilmente anticipati al Sindaco Marino per evitare che la Capitale da lui amministrata vada incontro alla possibilità del Fallimento. Soldi questi che fanno parte di quelli già stanziati per la gestione ordinaria a livello di bilancio dello stato ma, è qui la sostanziale differenza di non poco conto, invece di venire pagati a rate come previsto, verranno messi tutti e subito sul piatto della bilancia del…”sor” Marino. Ovviamente quest’ultimo dovrà promettere di mettere in pista tutta una serie di provvedimenti di risanamento finanziario che dovrebbero, non si sa bene come, “tranquillizzare” i contribuenti italiani, tra i quali gli stessi Romani, sul buon esito della suddetta operazione salva Roma.

Non si capisce bene come mai in precedenti casi simili, vedi Alessandria e Reggio Calabria, si sia invece andati direttamente alle procedure di fallimento dopo la bocciatura dei relativi piani di risanamento presentati dalle suddette giunte. Certo, come dirà qualcuno, Roma come Parigi…val bene una…messa di soldi freschi ma così non si esagera? Soprattutto se quei soldi alla fine della fiera vengono prelevati dalle tasche dei cittadini?

La Capitale  poi si trova in queste condizioni disastrate per antichi difetti strutturali mai ripianati, vedi anche i debiti delle aziende di trasporto e della raccolta dei rifiuti. Un buco che qualcuno ha provato a quantificare in ben 1,2 miliardi di euro l’anno, a fronte dei quali questi 570 milioncini possono avere l’effetto al massimo di tappare qualche buco. Il rischio di una bella procedura di fallimento avrebbe invece “costretto” la giunta in questione a presentare alla Corte dei Conti un formale piano dettagliato di risanamento che, se giudicato inadatto, avrebbe dovuto portare alla dichiarazione di fallimento e alla nomina di un Commissario. Pensiamo quindi che l’attuale “tamponcino” del Governo Renzi non sia altro che un fugace mezzo per prendere tempo, ovviamente con i soldi sempre generosamente offerti dal Popolo Italiano.
 

Dulcis in fundo, ecco arrivare le solite accise sulla benzina che saranno di 0,3 centesimi al litro che porteranno a pagare su un prezzo medio di 1,721 euro al litro ben 1,041 euro di sole tassazioni, aggiungiamo noi, inique e assolutamente incostituzionali. Sul concetto di contrarietà ai principi della stessa Costituzione d’altronde abbiamo già parlato in articoli precedenti in cui abbiamo sottolineato come il principio della proporzionalità e progressività dell’imposizione fiscale stabilito dall’art 53 della Costituzione sia in questo modo completamente ignorato e soprattutto come ci si limiti sempre e soltanto a racimolare alla chetichella quanti più soldi possibili dalle tasche degli Italiani senza provare però a risanare i difetti strutturali della nostra economia.

Un concetto questo tanto caro a Madama Merkel, e ai signori di Bruxelles che continuano a predicare il concetto di risanare il debito pubblico con le tasche private dei cittadini. Ricordiamo come gli Stati Uniti stiano riuscendo ad uscire in qualche modo dalla crisi attuale facendo il percorso esattamente inverso che prevede di trasferire il debito privato sul pubblico consentendo in questo modo ai consumi di riprendere quota e con loro tutta l’economia globale del paese. Aumento dei consumi- maggiore produzione aziendale-crescita economica e quindi, alla fine, anche maggiori introiti da parte dello Stato: una formula questa semplice e intuitiva ma che richiede anche una certa dose di coraggio finanziario, cosa che sembra latitare in chi invece continua “ottusamente” ad impostare le economie degli stati sul prelevamento fiscale a tappeto, uccidendo però il sistema economico di quegli stessi stati. Bell’inizio Signor Presidente del Consiglio Renzi e se il buon giorno si vede dal mattino fra un po’ si rischia  pure che grandini…!

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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