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Juve, Napoli e Fiorentina promosse. Suicidio Lazio.

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I sedicesimi di Europa League si chiudono con un discreto score finale: tre sorelle su quattro approdano agli ottavi dove Juve e Fiorentina dovranno affrontarsi in una sfida in verità molto poco fratricida. Poteva essere una serata trionfale se non fosse per una Lazio suicida capace di andare sul doppio vantaggio e poi di farsi riacciuffare per ben due volte fino al risultato beffa finale che l’ha condannata senza appelli.

Incominciando dalle note liete, il Napoli vince, convince ma quanta sofferenza! E sì perché fino agli ultimi palpitanti minuti bastava un’incornata, un tiro anche sbilenco o un goal di rapina per fare volare lo Swansea al turno successivo. Non è stata quindi una passeggiata nel senso tipico del termine. Infatti, dopo lo splendido pallonetto firmato da Insigne, i Gallesi, caricati a molla si sono scaraventati verso l’area partenopea con il fiero cipiglio e la rabbia agonistica di chi non ha niente da perdere e hanno raccolto pure il frutto di tale “improntitudine” al minuto 30 del primo tempo. A quel punto la paura ha incominciato a serpeggiare tra gli spalti e nella panchina napoletana.

I Gallesi hanno incominciato a crederci cercando in tutti i modi di mettere ancora più al sicuro un risultato che già li promuoveva agli ottavi. Alla fine del primo tempo è stato l’ottimo Reina a dire il primo no secco alle ambizioni britanniche mentre al minuto 18 della ripresa c’è voluta tutta la potenza salvifica di San Gennaro per dire nuovamente no ad uno scatenato Hernandez, migliore della gara insieme al suo avversario Higuain.

Il Napoli però aveva dalla sua l’arma in più che si chiama Higuain che, quindici minuti dopo, con una rasoiata di alta classe ha imbucato l’incolpevole Vorm. Era la fine di un incubo ma non ancora della paura atavica perché lo Swansea con coraggio e determinazione angosassone si è gettato ancora avanti con le forze residue e al minuto 87 Tiendalli si è alzato in volo monumentale a due passi da Reina per dare il colpo di grazia ai napoletani e invece con un balzo felino il portiertone di grigio vestito si è guadagnato ancora lo stipendio consentendo così al Napoli di dire ancora l’ultima parola nel “diverbio” anglo-italiano: è stato Inler infatti a tempo quasi scaduto a trafiggere per la terza volta l’incolpevole Vorms. Ora la squadra di Benitez  può serenamente rigettarsi nel campionato in attesa di bersi al prossimo turno un buon bicchiere di…Porto.

Dal canto suo una Juve determinata e micidiale ha staccato il biglietto degli Ottavi in terra turca, vendicandosi così dello sgarbo subito dalle parti dello…Scorno d’oro. Nonostante la bolgia di benvenuto dello stadio di Trebisonda la Juve si è fatta un semplice allenamento-sgambata alla faccia di chi la voleva in ambasce. I Turchi in pratica hanno fatto solo da spettatori non paganti. Infatti, dopo appena 33 minuti, il confronto è stato già chiuso e inchiavardato grazie ai due goal di Vidal e di Osvaldo. Insomma la Juve B che si è messa nelle mani e nei piedi di Osvaldo e di Giovinco invece che in quelli di Tevez e di Llorente non è apparsa per nulla di…seconda mano come ci si poteva aspettare. Di frecce nella sua fornitissima faretra  Conte ne ha in abbondanza tanto che nel primo tempo l’allenatore bianconero ha potuto pure permettersi il lusso di mandare a riposarsi Pogba sostituendolo con Padoin. La partita nella restante ora di gioco non ha avuto più storia e ha inevitabilmente finito con l’acquistare il sapore di un richiamo atletico in vista della partita ben più leggendaria con il Milan di domenica.

Sul fronte toscano idem come sopra con una Fiorentina che, a risultato già ampiamente acquisito all’andata, si è limitata ad allenarsi segnando pure con una splendida punizione con Ilicic e lasciando pure che l’Esbjerg si divertisse a sua volta con la rete del giusto pareggio a tempo quasi scaduto. Troppa è sembrata la differenza tecnica e tattica tra le due squadre per “ambire” a un risultato diverso. Purtroppo c’è da registrare l’assai brutto coro in ricordo beffardo dei morti dell’Heisel, che fa il paio con quello altrettanto becero e terrificante sui morti di Superga da parte di certi tifosi della curva Juventina in occasione del derby di domenica. E poi chiudono le curve per innocui coretti di sfottò campanilistico…mentre per episodi molto ma molto più gravi come questi basta qualche migliaio di euro di multarella per tacitare la coscienza di chi evidentemente non ha una visione delle cose molto chiara e nitida. Staremo a vedere cosa si inventeranno le due tifoserie il giorno del D Day ovvero della madre di tutte le sfide agli ottavi.

Venendo alle note meno liete, anzi tristissime, della serata, una Lazio finalmente corsara e in palla nei suoi giocatori offensivi, si fa un karakiri in piena regola, colpevole una difesa a dir poco imbarazzante ma soprattutto non all’altezza. Le cose per la compagine capitolina sembravano essersi messe sui binari giusti quando Keità ha segnato il secondo goal più veloce nella storia dell’Europa League al diciassettesimo secondo dal fischio d’inizio. L’ex giocatore della Cantera si è scaraventato contro l’icona paratutto dei bulgari che ha sbagliato l’uscita facendosi superare grazie anche ad un rimpallo favorevole. Con l’uno a zero in saccoccia i biancocelesti sembravano a quel punto tenere bene la partita grazie anche un pressing abbastanza asfissiante nei confronti dei bulgari in evidente affanno. Nel secondo tempo sembrava l’inizio dell’apoteosi quando, bene innescato da Onazi, Perea si è involato verso Stoyanov e lo ha beffato facendogli passare il pallone sotto le gambe.

A quel punto sarebbe bastato gestire la partita in modo avveduto fino alla fine anche perché il doppio vantaggio avrebbe dovuto dare anche la giusta tranquillità e serenità. E invece è successo quello che meno ti aspetti, prima con un tiro da destra vanamente stoppato da Biava che anzi ha contribuito a dare al pallone calciato da Bezjak una traiettoria maligna e beffarda che ha ingannato Marchetti. La Lazio, a questo punto, spoteva, anzi doveva, serrare le fila e fare densità a centro campo evitando di farsi imbottigliare in difesa. E qui è avvenuta la “nefandezza” sportiva più incredibile dell’incontro: Marchetti, su un tiro abbastanza innocuo di Zlatinski da lontano, si è fatto sorprendere e ha preso il pallone quando questo aveva già oltrepassato la linea di porta. L’arbitro portoghese, in una delle poche cose giuste fatte nella partita, ha dato il goal che ha decretato la momentanea promozione dei bulgari.

Ma non era ancora finita perché Klose, catapultato in campo al posto di Perea, su tiro di testa di Biglia respinto dal portiere, è andato in goal da perfetto opportunista d’area qual’è. Ora era la Lazio a gioire e i bulgari a piombare di nuovo nel baratro della disillusione. Ma evidentemente gli dei del pallone avevano deciso in maniera differente perché ad una manciata di minuti dalla fine, su tiro della disperazione da lontano, e su incredibile indecisione della premiata ditta Konkò-Marchetti, si è incuneato come un fulmine Quixada per il definito pareggio e l’altrettanto definitivo affossamento delle speranze laziali. Gran brutta storia nella quale, ci perdoni il mister, hanno contribuito pure alcuni suoi sbagli evidenti. In primo luogo quello di fare rientrare Marchetti dopo i mesi di assenza proprio in una partita delicata come questa: era evidente che il portierone azzurro non era ancora in condizione e non era più abituato al clima della partita e purtroppo si è visto. In secondo luogo lo sbaglio altrettanto mortifero di aver cambiato Candreva con l’assai meno incisivo Lulic che non ha più contribuito alla fluidità della manovra laziale che ha perso progressivamente incisività nonostante la disperata e inutile zampata di Klose. Sui limiti tecnici della difesa laziale il discorso è già noto con i vari Koncò e Ciani che non sembrano proprio invalicabili. La Lazio ora dovrà dimenticare in fretta l’amaro sapore della disillusione e rilanciarsi in campionato per cercare di arpionare quella zona europea ora distante anni luce sia dal corpo che dall’anima.

 

Napoli- Swansea: 3-1;

Trabzonspor- Juventus: 0-2;

Fiorentina- Esbjerg: 1-1;

Ludogorets-Lazio: 3-3;

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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