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Cosa rappresenta realmente il nuovo ministero della Transizione ecologica

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A ridosso del voto sull’appoggio del governo Draghi viene annunciato il nuovo Super-Ministero per la transizione ecologica. Di cosa si occuperà nello specifico il Ministero richiesto da Grillo?

 

Una domanda che sembra non avere risposta, almeno per il momento.
Richiesto da Beppe Grillo sul suo blog, il nuovo Ministero avrebbe l’obiettivo di ‘fondere le competenze per lo sviluppo economico, l’energia e l’ambiente.
Nella richiesta viene riportato l’esempio della Francia, che ha lasciato spazio al nuovo eliminando il Ministero per l’Ecologia.
Ad annunciarlo la presidente del WWF Donatella Bianchi, mostrandosi soddisfatta mentre spiega come Draghi vorrebbe ‘la centralità della trasformazione verde che dovrebbe essere trasversale alle altre politiche. Con tempismo impeccabile, la notizia arriva in corrispondenza del voto su Russeau sull’appoggio al governo Draghi.

 

 

Un simbolo

Il super-ministero di stampo grillino è una delle punte di diamante del nuovo governo Draghi. Con l’approvazione degli altri partiti, rappresenta un passo verso una politica più verde e sostenibile.
La caratteristica più interessante del nuovo Ministero riguarda però la sua stretta connessione con i fondi del Recovery Fund.
I 222 miliardi di fondi europei che l’Italia è riuscita ad accaparrarsi portano con loro una condizionalità: la quota per il programma Next Generation EU devono essere impiegati per scopi in linea con il Green Deal europeo, che ha come scopo – fra tanti altri – proprio la transizione ambientale.

 

 

Il ministero

La premessa dietro è piuttosto chiara: accorpare le competenze di Ambiente e Sviluppo economico. Sottolineato da Grillo e in seguito da Draghi, il super-ministero si basa proprio sulla sua natura trasversale, con la grande aspirazione di unire una politica sostenibile allo sviluppo del paese.
Un’aspirazione forse troppo positiva per il nuovo governo tecnico, specialmente considerando il modo in cui la si sta realizzando.

Il nuovo ministero sembra unire il panorama politico con la promessa di una politica più attenta al problema ambientale. Purtroppo però quello che rappresenta è tutt’altro.
I soldi destinati alla causa ambientale sono 69 milioni, le modalità con cui questi verranno impiegati sono però confuse.
Con un piano per il Recovery Fund non ancora ben delineato, e stanziamenti appena abbozzati, la soluzione che viene proposta è quella di un nuovo dipartimento, un ibrido che sembra essere la semplice sovrapposizione di altri ministeri. In questo modo il super-ministero di Beppe Grillo risulterebbe essere solo un ostacolo lunga la strada verso il Green Deal.

 

Le critiche

L’efficacia e soprattutto gli elementi strutturali del programma per l’utilizzo dei fondi del Recovery Plan sono stati ampiamente dibattuti da Banca d’Italia dichiarando:

Il documento in discussione non specifica in dettaglio il profilo annuale dell’uso dei fondi europei, né la loro ripartizione dettagliata tra le diverse poste di bilancio. Si indica solo che almeno il 70 per cento dei trasferimenti ricevuti attraverso il Dispositivo verrà speso entro il 2023 e la parte rimanente entro il 2025 e che il ricorso ai presenti aumenterà nel corso del tempo. Il documento tuttavia non presenta ancora una puntale quantificazione del contributo di ciascun progetto alla spesa destinata alla transizione verde e a quella digitale.

 

 

Anche Chiara Goretti, membro del Consiglio dell’Ufficio parlamentare di bilancio, sostiene:

La frammentazione delle iniziative che emerge dal Piano nazione di ripresa e resilienza rischia di diluire la potenzialità del piano di incidere in modo strutturale sulla realtà del paese, con una dispersione di risorse che potrebbe non consentire di realizzare gli obiettivi di policy dichiarati.


Solo il tempo rivelerà la vera natura del nuovo Ministero per la Transizione Ecologica, anche se le premesse sembrano tutte puntare nella stessa direzione.

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Di Eleonora Milani

Tirocinante presso Elzeviro.eu e studente dell'Università degli Studi di Torino.

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