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Lebanese Hezbollah supporters carry a replica of Hezbollah emblem during a religious procession to mark Ashura in Beirut's southern suburbs, Lebanon October 12, 2016. REUTERS/Aziz Taher - RTSRWQ6

Meglio terrorista che speculatore

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Prendiamo due realtà antitetiche. Il mondo occidentale, angloamericano in particolare, da una parte. Il mondo islamico dall’altra. Prendiamo due soggetti estremamente dissimili. Alla vostra sinistra avete un uomo, giacca, cravatta e ventiquattrore. Tutte di ultimo modello. Così come le scarpe, l’orologio e la macchina. Con autista. Alla vostra destra c’è un altro tipo di uomo. Trasandato, barbuto, con una kefya. Non di ultimo modello, una qualsiasi. Nessuna ventiquattrore. Regge con la manodestra un minitelecomando collegato alle cariche esplosive distribuite su tutto il suo corpo.

Prendete due situazioni. Sempre alla vostra sinistra l’uomo ricco e ben vestito, con una mano smanetta su un computer di ultima generazione, con l’altra parla istericamente al cellulare. Alla vostra destra l’uomo trasandato guida una vettura, altrettanto malmessa. Lui è tranquillo, sereno e in pace con sé stesso. Improvvisamente sullo scenario di sinistra l’uomo elegante scoppia in uno stridulo grido di gioia. Contemporaneamente nello scenario di destra un boato interrompe la corsa della macchina.

Sveliamo ora le identità dei due arcani personaggi. Alla vostra sinistra non vi era nientemeno che George Soros. Magnate ungherese e speculatore internazionale, con un portafoglio individuale di 24,9 miliardi di dollari. Nella scena descritta Soros ha appena letteralmente tirato giù la Banca d’Inghilterra e con essa i risparmi di milioni di famiglie inglesi. Un click dal suo pc. Tanto è bastato per rovinare la vita di persone che quotidiniamente lavorano e risparmiano per mantenere figli e garantire loro un futuro. Un click è bastato per disintegrare tutto. Nell’altro scenario il personaggio ha identità ancora ignota, è un militante Hezbollah ed è uno degli attentatori che a Beirut, il 23 ottobre 1983, si fece saltare in aria contro l’esercito americano. Uccise 241 soldati americani e 53 soldati francesi. Come sono ricordati rispettivamente questi due personaggi? George Soros prosegue la sua attività di speculazione/destabilizzazione, ed è anzi apprezzato dalla comunità internazionale per la sua nuova attività di “filantropo”.

L’attentatore, morto nell’attacco, è ricordato come assassino, terrorista nonché nemico del mondo libero. George Soros ha distrutto la vita di milioni di famiglie innocenti. L’attentatore ha ucciso dei militari di una potenza straniera che occupavano il suolo del suo Paese. Nel far questo ha anche rinunciato alla propria vita. La nostra società permette a un delinquente naturale del peso di George Soros non solo di circolare liberamente, ma anche di essere apprezzato e stimato come “filantropo”. Quella stessa società ebbra di esser giudice di valori universali, appella terrorista chi ha eroicamente difeso la propria sovranità. Ecco perché chi scrive sta senza dubbio dalla parte dell’attentatore. Dai tratti molto più umani. E non considera nulla di terroristico in quell’atto, dove in realtà è presente solo eroismo. I soldati americani, occupanti una terra straniera, erano addestrati per uccidere i militanti di Hezbollah (salvo poi sparare talvolta ai civili “per errore”, come spesso accade nelle loro guerre). La differenza di armamenti tra Stati Uniti ed Hezbollah non permetteva uno scontro frontale. Il militante di Hezbollah ha così utilizzato l’unica arma in suo possesso, la vita, in grado infliggere un duro colpo a chi stava facendo del Libano terra di conquista.

Eroico è dunque il gesto ed eroe l’attentatore. Un uomo che con la morte ha lanciato un messaggio di coraggio, indipendenza e ribellione contro il più forte. L’opposto dell’azione di Soros. Un click che incarna pavidità, imperialismo e oppressione dei più deboli.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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