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Saranno anche longevi, ma ciò che riporta la Nuova Sardegna sul numero degli anziani è disarmante.
Nell’isola è ormai critico il livello d’allarme per la densità demografica.
Nella Regione, infatti, risiedono un giovane per 7 anziani. Un bilancio impietoso che dovrebbe portare il Governo ad attuare misure rivoluzionarie d’incentivo e tassazione agevolata per far ripartire una regione che economicamente boccheggia e che ha solo pochissime aziende solide e che impiegano italiani.
La Regione, invece di attuare politiche per i giovani, si diletta in un’amministrazione cangiante e birichina, con province che vanno e vengono. In mezzo secolo, di questo passo, l’Isola sarà pressoché disabitata da stanziali.
All’estero,
soprattutto nelle grandi città europee, non è difficile sentire parlare sardo, e i quattro mori sventolano più fuori dall’Isola che a Cagliari.
Nella regione l’83% dei comuni è abitato da meno di 5mila abitanti.
Negli ultimi 27 anni il trend negativo della popolazione è impietoso, pur leggermente attenuatosi nell’ultimo decennio, resta molto sotto la media del Paese. E il grafico tiene in considerazione la media di popolazione, non quella autoctona.
L’isola stenta ad edificare quell’argine ad uno spopolamento che sembra non conoscere fine. Paesi come Osilo (SS), che nel ‘600 aveva già 4500 abitanti, oggi si attesta sotto i tremila. Ma i casi come questo sono migliaia, casi per i quali dagli anni ’50 i paesi hanno perso anche più del 50% della popolazione, lasciando intere vie fantasma, accolte da polvere ed anziani sempre più anziani.
La Sardegna soffre un’enorme fuga di cervelli quando i professionisti dell’urbanistica e della gestione sociale, tra ingegneri ad architetti, ma anche sociologi, psicologi, artisti, imprenditori, esperti di comunicazione e selezione di personale, ecc. potrebbero, essi soli, riedificare quell’argine.
