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Quattro passi nel delirio…del traffico di Torino

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Terza puntata

Continuando nella carrellata delle zone più tumultuose del traffico in tilt di Torino arriviamo a piazza Rebaudengo. Qui il traffico può essere paragonato a quello che si crea giornalmente nei pressi della rotonda di Corso Unità d?Italia. Per la marea di “disgraziati” che hanno la sfortuna di arrivare lungo la direttiva di corso Grosseto e ancora di più per gli automobilisti che dalla tangenziale cercano disperatamente di immettersi sullo stesso corso Grosseto in direzione di piazza Rebaudengo non c?è che una considerazione di dantesca memoria: “lasciate ogni speranza voi che entrate“.

La coda che si crea è a mala pena descrivibile: il sottoscritto tornando da Caselle un giorno si è trovato bloccato già un chilometro prima sulla bretella che si immette su corso Grosseto. Grazie al cielo non avevo fretta e ho avuto modo in quel lasso di tempo di leggermi praticamente tutto il quotidiano, dico tutto, compresi gli annunci mortuari e gli annunci di offerta di dog sitteraggio.

Il problema da cosa nasce? Sempre e solo dal semaforo. Ennesima dimostrazione di come il servizio tecnico che dovrebbe gestire e fare manutenzione sui semafori sia assolutamente assente. Anche qui, come altrove, basterebbe che un tecnico venisse una mattina e studiasse una buona volta le direttrici del traffico reale e non di quello teorico, virtuale e soltanto ipotizzato sul suo PC. Se avesse la compiacenza di venire un giorno, potrebbe realizzare finalmente che aumentando di una trentina di secondi il tempo del verde per chi transita in corso Grosseto il problema si potrebbe risolvere.

Anche perché il traffico di chi invece transita in corso Vercelli è minore e quindi non necessita di una durata del verde altrettanto lunga. Per la carità qui nessuno pretende di non sostare in un incrocio, in città non circolano solo due, trecento auto, qui si pretende semplicemente che i tempi di attesa siano almeno umanamente sopportabili: non si dovrebbe stare fermi per più di un minuto?non per mezz’ora!

Ma non finisce qui, una volta usciti miracolosamente da questo? incredibile buco nero ci aspetta più avanti in piazza Derna tra corso Giulio Cesare e via Botticelli un?altra bella sorpresa: una rotonda e per giunta una rotonda dove, non si capisce bene come e perchè, ogni tanto si accende pure un semaforo che ti blocca nel bel mezzo e non ti fa andare avanti. Ora sorgerebbe spontanea una domanda: ma se avete costruito, spendendo tra l?altro i soldini che i contribuenti vi hanno gentilmente dato, una rotonda, che bisogno c?era di mettere anche un semaforo?

Un semaforo che per giunta non fa che creare ancora più confusione e caos di quello che già si crea a causa della stessa rotonda, anche in questo caso mal progettata? Anche qui, inutile dirlo, caos e code con automobilisti infuriati che rischiano l?autoscontro ad ogni piè sospinto?sull?accelleratore! Ma non finisce qui, facciamo il nostro solito giretto fuori porta per andare oggi a Rivoli all?incrocio che si trova davanti al Bingo.

Per gli automobilisti che provengono da corso Allamano e viceversa da Villarbasse anche qui si apre la bella prospettiva di passarsi un bel quarto d?ora fermi a guardare le rondini del cielo. Anche qui un semaforo regolato in modo incredibile. Con un rosso eterno che, tanto per cambiare non tiene minimamente conto dei reali flussi di traffico. Sulla direttiva Corso Allamano-Villarbasse infatti il traffico è tre, ma che dico, quattro volte superiore a quello che viceversa interseca il suddetto incrocio, per intenderci le auto che provengono da corso Francia o da Rivoli. Non si sa bene allora perché il semaforo nei suoi tempi del verde e del rosso non tenga minimamente conto di questa elementare realtà. Il risultato anche qui soprattutto la mattina è una coda che dal semaforo arriva a lambire addirittura l?ospedale di Rivoli. Un serpentone drammatico che si snoda penosamente come un animale ferito.

I nostri amministratori avrebbero dovuto anche tenere conto del fatto che proprio la vicinanza di una struttura ospedaliera avrebbe dovuto consigliare un sistema semaforico che invece di creare traffico, rumore e soprattutto inquinamento, avrebbe dovuto favorirne al massimo la scorrevolezza: qui ne va anche della salute dei degenti. Degenti che meritano la stessa se non maggiore attenzione di quella di migliaia di poveri diavoli che la mattina hanno il solo torto di cercare di raggiungere il loro posto di lavoro.

di Roberto Crudelini

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Di Redazione Elzeviro.eu

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