Nuova puntata di “Coccole per Mario”

La partita è Milan-Roma, il set è il più affascinante possibile: lo stadio di San Siro. La ripresa è cominciata da pochi minuti, quando viene messa in scena l’ ennesima puntata di una fiction che, se possibile, comincia a risultare più nauseabonda ed avvilente di Dawson’s Creek. Il paragone è evidentemente coraggioso, ma le carte in regola per reggerlo ci sono davvero tutte.

All’ improvviso, ecco il più classico dei colpi di scena. Il direttore di gara GianlucaRocchi decide di salire in cattedra e diventare il protagonista indiscusso del nuovo episodio, sospendendo temporaneamente il match a causa di alcuni presunti cori razzisti indirizzati, caso strano, a sua eccellenza Mario Balotelli. Dico presunti non perchè sia un cospirazionista di professione, bensì perchè le mie esperienze da supporter (tranquilli, di nessuna della due squadre) e da appassionato di calcio non possono che spingermi verso questa pista.

Dapprima infatti, bisogna sottolineare quanto sia complicato per un gruppetto di tifosi ospiti, in nettissima minoranza in quanto tale, riuscire a mettere in atto un coro che possa risultare inequivocabile alle orecchie dell’ arbitro; spicchio che oltretutto, al Giuseppe Meazza è ubicato in una vera e propria piccionaia. In secondo luogo, è impossibile non avere qualche dubbio circa la veridicità di certe classificazioni, soprattutto se si considerano le distortissime campagne di mobilitazione sociale promosse proprio dopo presunti atti di razzismo nei confronti dello stesso Balotelli.

“Super Mario” con il tempo è diventato, neanche troppo involontariamente, il testimonial perfetto per la sensibilizzazione antirazzista e il motivo è lampante. E’ un ragazzo dal passato burrascoso come molti altri italiani, ha un involucro burbero per nascondere una personalità fragile come molti altri italiani, è antipatico come molti altri italiani e possiede un Q.I. non troppo sviluppato come molti altri italiani. Ma non è come molti altri italiani. Lui è un esemplare della “nuova” Italia; quell’ Italia multietnica tanto cara al nostro C.T, alla Federazione e alla classe dirigente che sta facendo di tutto per trascinarci verso l’ ibrido mondiale. Comprenderete facilmente a questo punto come un personaggio simile, preso di mira in ogni stadio e da ogni tifoseria, rappresenti un’ occasione troppo ghiotta per non essere sfruttata

Negli anni passati gli insulti e gli sfottò di vario genere verso Balotelli, promossi da qualsiasi curva avversaria e non sempre a sfondo razzista, sono statitrasformati in un pretesto ideale per dare la caccia e crocifiggere il becero italiano incapace di accettare i “nuovi” connazionali. Come dimenticare le innumerevoli sanzioni commissionate di recente a diverse società? Multe più o meno salate, a causa di cori come “se saltelli muore Balotelli”? Slogan qui sì, davvero inequivocabili, ma nei quali la Federazione è riuscita con stucchevoli ed improvide parafrasi ad individuare sfumature di odio etnico.

Terminata la tesi complottista, adesso diamo un momento per buona la versione di Rocchi. Ebbene, anche fosse, che senso avrebbe sospendere la partita? Quale ratio sta dietro a questa decisione, mentre invettive dirette a schernire le madri o le origini meridionali (caso in cui il razzismo pare invece tollerato) degli avversari passano volutamente sotto silenzio ogni domenica? Esiste forse una gerarchia di gravità dell’ offesa partorita da qualche illustre pensatore a libro paga della F.I.G.C. ?

Cari padroni del calcio, siete vivamente esortati a scegliere una delle seguenti soluzioni: o proseguite sulla via (decisamente preferibile) indicata da Di Canio qualche tempo orsono, secondo la quale un calciatore deve dedicarsi anima e corpo al suo mestiere senza curarsi di qualsiasivoglia sfottò, oppure, nel caso foste proprio decisi a tramutare gli stadi in teatri, almeno adottiate uniformità di giudizio. Ovvero, la qualità di un buon arbitro.

Klement