Torino s’è desta, forse.
Un gesto di ribellione ha scosso i cieli del becero politically correct che permea questa città, rossa da tempo immemore. 20 panchine sono state distrutte, vandalismo? Ni, meglio parlare di esasperazione. Esasperazione di una generazione costretta a subire il martellante messaggio gender, dettato e pianificato negli uffici di Bruxelles e poi servilmente applicato dalle politiche nazionali europee.
Una strategia che solo apparentemente mira all’equiparazione dei generi uomo e donna, ma che in realtà si sta prodigando all’introduzione di leggi che travalicano il buon senso comune, come le quote rose (simbolo della sconfitta della meritocrazia contro l’ideologia) e il femminicidio, il neologismo creato ad hoc da magistrati politicizzati che non ha senso a livello giurisprudenziale.
Torino, schierandosi al solito come avamposto di arte moderna estremamente politicizzata, aveva dato l’autorizzazione alla costruzione di questa “linea” di panchine ideate dall'”artista” Kharim Cherif. Non si tratta di nulla di esteticamente rilevante in realtà.
Panchine riverniciate in rosso raffiguranti espressioni di donne corrucciate, quasi a voler ammonire o intimorire i loro compagni di vita. Un messaggio volto a ricordare il fatto che ormai la donna possiede una tutela speciale per legge. Un’assurdità legislativa dato che il genere femminile dovrebbe rientrare nella più grande categoria dei soggetti deboli, cui inserire anche anziani e bambini, per pensare così ad una legge non escludente, ma includente.
Invece i nostri solerti politici, coadiuvati da una magistratura ormai ridicola hanno preferito genuflettersi di fronte allo strapotere di Bruxelles per far vedere che anche noi siamo dei solerti amanuensi, pronti a copiare qualsiasi cosa ci venga ordinata. Ad ogni modo la distruzione di panchine pubbliche è un atto sicuramente vandalico, da punire.
Tuttavia il gesto porta con sé tutto il senso di frustrazione ormai latente nella nostra società, ingabbiata da un’ideologia che vuol sopprimere del tutto qualsiasi rigurgito di patriarcalismo ancora presente. Un obiettivo che si deve raggiungere con ogni mezzo possibile.