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Per gli autonomi i fascisti e gli omofobi non hanno il diritto allo studio

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Comunicati stampa e giornali locali parlano di mattinata di scontri e tensione quest’oggi presso il Campus Luigi Einaudi di Torino. In realtà non c’è stato praticamente nulla se non un comicissimo scambio di battute tra due fazioni “studentesche”. Da una parte i “komu“, la maggior parte figli di papà consiglieri comu(nali) e magistrati, dall’altra i “fasci“, ormai un gruppetto di catto-capital-borghesi a tratti berlusconiani. Come di consueto, capita che i secondi, appartenenti al movimento del Fuan, facciano volantinaggio davanti all’ingresso dell’università.

Il tema trattato dai volantini odierni era il diritto alle borse di studio, che oggi, in tempo di crisi, devono diventare priorità degli italiani (il FUAN chiede nello specifico che l’85% delle borse di studio e degli alloggi EDISU siano riservati agli italiani). Così evidentemente attirati dall’odore dei “fasci” sono giunti i “komu” (da sottolineare che la maggior parte degli appartenenti ai due schieramenti non frequenta o addirittura non è iscritta a nessun corso di laurea) pronti a sobillare la folla contro la presenza indesiderata.

Una spavalda “kompagna“, dimostrando in modo alternativo il suo eroismo, ha addirittura preso in mano un megafono per intonare cori mai sentiti come “Fuori i fascisti dall’università” e “Siamo tutti antifascisti” (la prossima volta un po’ più di fantasia suvvia). Il tutto si è concluso con un nulla di fatto, perché ovviamente la massiccia presenza della polizia ha impedito qualsiasi tipo di contatto; un lugubre striscione si è però affacciato nel cortile del campus: “Razzisti & omofobi fuori dall’università“, così recita.

I sinistri individui autori di quest’oscenità, che poco o nulla hanno visto dei corsi di laurea, ignorano completamente ciò che viene spiegato in un corso base di Diritto Pubblico, ovvero il diritto all’istruzione. Garantito a tutti, a prescindere da religione, razza o credo politico, non solo dalla nostra Costituzione (art. 34 comma 3 e 4), ma anche dall’art.26 della Dichiarazione universale dei Diritti umani. Dunque puoi essere fascista, nazista, comunista, omofobo o integralista islamico, ma non c’è santo che tenga, nessuno può impedirti di avere libero accesso all’istruzione.

Questo striscione, seppur solo apparentemente nelle intenzioni, suona come una minaccia a questo diritto sacrosanto. Speriamo che il personale universitario provveda alla rimozione di questo scempio, ricordando nel frattempo la famosa frase della scrittrice Evelyn Beatrice Hall “Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu possa esprimerla“, nella speranza che diventi un punto fermo dell’università di domani.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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