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Ivrea. Il Castello dalle rosse torri

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IVREA – La costruzione del castello inizia nel 1358 per volere di Amedeo VI di Savoia, detto il Conte Verde, con incarico affidato all’architetto Ambrogio Cognon. I lavori si conclusero tra il 1393 ed il 1395 impegnando una grande quantità di manodopera: si ritiene che, in certe giornate, vi lavorassero più di mille persone (si consideri che a quei tempi Ivrea aveva circa 3500 abitanti) con maestranze qualificate provenienti da Vercelli, Milano e Ginevra.

Con la scelta del sito, Amedeo VI volle che il castello si ergesse a fianco delle sedi principali del potere politico e religioso medioevale: il Palazzo Vescovile ed il Comune (Palazzo della Credenza). Per far posto al nuovo edificio fu necessario abbattere diverse case e le mura della città verso nord.

Situato in posizione strategica dalla quale è possibile dominare la strada che conduce in Valle d’Aosta, il castello fu costruito soprattutto con funzione difensive. Esso fu concepito come costruzione massiccia a pianta quadrangolare, con torri cilindriche che si innalzano direttamente dal terreno; i locali e le stanze del castello si sviluppano su tre maniche, alte verosimilmente tre piani, che si affacciano sul cortile interno.

L’accesso avviene attraverso un’antiporta ed un successivo “Ponte levatoio“, sospeso sopra un fossato. Lungo il perimetro delle mura con merlatura a coda di rondine, corre il camminamento di ronda, sorretto da beccatelli aventi scopo difensivo. Nel cortile si notano ancora il “Pozzo” e la “Ghiacciaia” (diametro di 6 m. e profondità di 4m).

Cessate le tensioni belliche che ne avevano determinato la costruzione, nella seconda metà del XV secolo, il castello funse soprattutto da raffinata dimora dei “Savoia“, assistendo allo sviluppo della cultura e delle arti, che fu promosso in

particolare dalla duchessa Iolanda di Valois, figlia di Carlo VII di Francia” e di Maria d’Angia .

Uno scritto del 1522, redatto in occasione della celebrazione di un battesimo, ci informa sugli arredi delle sale, gli addobbi, i balli e le feste che animavano la vita di corte.

Del gusto cortese di tale periodo rimane traccia in una elegante “Bifora” ad archi trilobati sormontata da stemmi della casa Savoia, che si apre in alto sulla parete sud.

Tra il XVI secolo e il XVII secolo, con l’infuriare nel Canavese delle lotte tra francesi e spagnoli, il castello fu ristrutturato e riprese la sua funzione di presidio militare.

Nel 1676 un fulmine provocò l’esplosione del deposito di munizioni collocato nella torre di nord-ovest, detta “la torre mastra“, che causò, assieme al crollo delle torre, innumerevoli morti e la distruzione di molteplici case edificate a ridosso del castello. La

torre non venne ricostruita, ed oggi si presenta mozza, con una copertura conica in lastre di ardesia.

Dal 1700 l’edificio venne adibito a carcere mantenendo poi tale funzione fino al 1970.

In questo periodo intervennero significative ristrutturazioni legate ad esigenze carcerarie: così probabilmente la originaria struttura a tre piani fu modificata in quattro, ricavando un maggior numero di vani di minore altezza.

Dopo il 1970, il castello rimase abbandonato e chiuso al pubblico per nove anni. Successivi restauri comportarono la eliminazione di corpi di fabbrica che erano stati aggiunti nel cortile, la revisione di tutte le coperture ed il restauro delle torri merlate. Il castello, proprietà dello Stato, oggi è in concessione al Comune che, in specifiche occasioni ha garantito la sua apertura al pubblico.

Diego pdn

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Di Redazione Elzeviro.eu

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