Il condivisibile sfogo di Roberto Rosso, l’ultimo candidato sindaco non post comunista che abbia rischiato di vincere, battuto al ballottaggio da Chiamparino nel 2001.
Una piccola cosa: una mega multa alla maestra torinese che aveva portato i bambini della sua scuola a giocare ai giardini pubblici. Multata lei perché prima era stato multato il padrone di un cane: non aveva la museruola (il cane, non il padrone). Scoppia lo scandalo e il sindaco di Torino, Piero Fassino, spiega che è mancato un po’ di buon senso. Ha ragione, ma il buon senso manca alle amministrazioni che emanano decreti a raffica, senza pensare alle conseguenze. Scaricando poi tutte le colpe su chi applica regolamenti privi di ogni buon senso.
Si può giocare con una palla si spugna ai giardini? Se sì, togliete i divieti. Se no, vuol dire che siete assurdi nel predisporre i regolamenti, ma poi dovete farli rispettare. Spiegare che i regolamenti sono assurdi e non revocarli vuol dire essere del tutto inadeguati ai compiti di un’amministrazione. Ma i vecchi burocrati cresciuti a pane e Pci non vogliono rinunciare alle imposizioni su tutto. Come si gioca, come si portano a spasso i cani, come si vive e cosa si pensa.