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Non comprate il libro di Fini-to!

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L'APPELLO

i tocca fare un’implorazione ai gentili lettori. La curiosità, ben si sa, spinge i più vividi intelletti a rimanere informati ed approfondire le questioni politiche, in certi casi anche a trovare risposte. Sicuramente cercate risposte, voi elettori di destra dall’alba dei tempi, da quando non era nemmeno una destra vera e propria, contenente alcuni socialisti, fascisti orgogliosi di esserlo e monarchici: tutto ciò, insomma, che nel secondo dopoguerra non era democristiano o imparentato coi comunisti. Non si pensi però che l’uomo che è riuscito a far naufragare ogni partito nel quale abbia militato (Msi,An,Pdl,Fli), avendo successo nelle ardue imprese d’incantare politici navigati ed esperti, amici di una vita, famiglia ed elettorato tutto, possa elargire risposte al naufragio della destra. Per lui il naufragio è meramente occorso, ma il vero motivo non può davvero ammetterlo di fronte a se stesso, perché il motivo principe dell’affondamento della destra fa capo, per una percentuale più alta di quanto si possa pensare, alla sua persona ed alle sue azioni degli ultimi anni. Gianfranco Tulliani in Fini può ancora vantare conoscenze a josa, dopo anni in cui ha goduto di schiere di idolatranti poltronari che elemosinavano al potente vicepremier, ministro degli esteri, leader storico e incontrastato della destra, un posto per sussistere, alle spese di questa vecchia repubblica in putrefazione. Per questo motivo oggi sull’ormai centrista Corsera è apparsa una sua untuosa intervista dal sapore di sinistrorsa saccenza. Basterebbe questa pubblicità odierna per capire che il libro che è in uscita contiene qualche gossip es. “quando Berlusconi mi chiese di far tagliare il pizzetto a La Russa e non ebbi il coraggio di riferirlo a quest’ultimo”, che però sarà su internet 5 minuti dopo l’uscita dello stesso, e per il resto sia pieno zeppo di mistificazioni, giustificazioni ed autoincensamenti. Ad esempio, nell’intervista Fini tenta di spacciare per una nobile rinuncia quella del suo posto in parlamento. Lui, che da trent’anni sedeva nell’emiciclo, osa affermare di essere fiero soprattutto di una cosa: di avere guidato le liste del Fli (l’ultimo partitello bruciato dal nostro eroe) alla Camera, con il rischio di non essere eletto. Peccato che le azioni dello stesso Fini dessero adito a pensieri diversi: come mai un partito che si professava di destra si sarebbe coalizzato con i centristi di Pierfurby Casini e i banksters di Scelta civica, se non per il risultato? Sappiamo bene che Montezemolo, che sostiene Scelta civica, nutriva una simpatia per Fini, anche dal gossip. Il cognato di Fini, il signor Tulliani jr, andava in giro con una Ferrari ultimo modello mentre molti ferraristi clienti affezionati del Cavallino rampante l’avevano ordinata e l’avrebbero dovuta aspettare per ancora un anno almeno. Qualunque cosa tocchi, Fini riesce a distruggerla. Non compriamo allora il suo libro perché i pochi contenuti pruriginosi verranno fuori in breve tempo online: non conferiamo all’onorevole altri soldi, non ha bisogno di gonfiare pensione né buonuscita milionaria. Il resto del libro sarà con tutta probabilità costituito da salamelecchi dello “scrittore” (giornalista professionista in aspettativa da secoli!) a se stesso. Nell’intervista però, una notizia shock: a 61 anni il già delfino di Almirante vuole rimettersi in gioco politicamente, attraverso la sua fondazione.A voi il giudizio ultimo.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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