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Le banche alzano alle stelle i prezzi dei conti correnti

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La visione di uno Stato vampiresco pronto a succhiare fino all’ultimo centesimo dalle tasche dei cittadini è un prodotto anglo americano degli anni ’80, periodo che ha visto il successo, molto sopravvalutato, delle politiche neoliberiste di Ronald Reagan e di Margaret Tatcher.

In Italia tale visione estremista di annullamento dello Stato in favore di una libera concorrenza tra imprese non ha attecchito del tutto, lasciando un modello ibrido in cui lo Stato da una parte non riesce a dare più il proprio contributo sociale e dall’altra  però non rinuncia ad “estorcere” più soldi possibili ai cittadini, in cambio ormai di nulla.

Questo scenario non troppo verdeggiante ha dato adito ad alcuni profeti del neoliberismo di rivangare tale ideologia, riproponendola come novità (nonostante abbia quasi un secolo d’età) come toccasana per i malanni economici del belpaese: a titolo d’esempio il noto movimento Tea Party (copia spudorata dell’omonimo movimento d’oltreoceano) chiede il progressivo annullamento dello Stato fino ad arrivare ad una società basata sulla totale e libera iniziativa privata senza che questo “Leviatano” possa ostacolare il pacifico commercio tra individui.

Sarebbe ora curioso chiedere agli esponenti del movimento che cosa pensano in merito alla recente analisi che ha portato alla scoperta di un innalzamento sconsiderato dei prezzi relativi alle operazioni bancarie in quest’ultimo periodo: i tassi per chi va in rosso sono saliti al 24%, i bonifici toccano i 7,75 euro, le commissioni per saldare le bollette arrivano a 4 euro e ben 3 euro per ricaricare le carte prepagate. Udite, udite, dunque, vati delle privatizzazioni selvagge e del neoliberismo, non è solo lo Stato che arraffa a più non posso, ma esistono anche banche, che guarda caso son tutte private, ben disposte ad alzare i prezzi delle commissioni ma non, ovviamente, le remunerazioni del denaro depositato che ristagnano al 0,006%.

Dunque in questo libero mercato bancario, dove ahimè lo Stato non può più mettere becco, non esiste questa idillica e quasi bucolica visione della vita commerciale spensierata, bensì ci troviamo di fronte ad un sistema ben organizzato, in cui queste “libere” imprese si accordano per aumentare all’unisono i prezzi e scalzare dal mercato chi non si adegua alle nuove regole. Nel delirio neoliberista non c’è autorità alcuna in grado di porre freno a tali oligopoli, che nel tempo tenderanno a consolidarsi financo a raggiungere “il massimo profitto con il minimo sforzo” di contro alla cittadinanza che avrà il “massimo sacrificio con una nulla ricompensa“.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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