Mentre la Juve e l’Inter continuano la loro sfida per il campionato, si accende la lotta per la Champion’s con la Lazio che vince a Reggio Emilia e si issa al terzo posto in solitario seguita dal Cagliari, un punto solo a Lecce, e dalla Roma vittoriosa contro il Brescia.
Ormai l’attenzione degli addetti ai lavori è tutta o quasi per la sfida in chiave Champion’s, ormai l’unico polo di attrazione di un campionato altrimenti noioso e ripetitivo con la Juve che continua a recitare il ruolo della prima della classe e l’Inter che a forza di strigliate e di calcioni nel posto meno nobile da parte di Conte rimane per ora attaccata alla speranza di contendere fino in fondo quel maledetto scudettaccio alla solita madama acchiappatutto.
Appena dietro invece è un bello spettacolo con le romane, in particolare la Lazio, che vincono e danno spettacolo come nessuno aveva come al solito ipotizzato…nel caso ovviamente della sola squadra di Inzaghi. I media, va detto, continuano infatti a mettere in risalto soprattutto i giallorossi da sempre considerati, non si sa bene per quale oscura motivazione, una grande del campionato pur avendo vinto forse anche meno di quanto hanno portato a casa i cugini meno viziati dall’altra parte del Tevere.
L’incompiuta e le deluse
Misteri insondabili come mistero ridondante è l’enfasi che i giornalisti vari continuano a mettere sul tavolo quando si riferiscono al Napoli anche se, a livello di trofei è quella che ne ha vinti di gran lunga di meno rispetto alle due dirimpettaie di Roma. La Lazio, dicevamo, ha solo un difetto…quello del braccino corto del sor Lotito che daje de tacco…daje de na benedetta punta…magari arrivasse, non riesce mai a spendere quei tre-quattro milioncini in più per comprare finalmente giocatori concreti e di degno valore che possano rendere finalmente un po’ più lunga una panchina che ora come ora assomiglia a quella di una squadra della Primavera. Difetto quasi connaturato in quel di Formello e che finora ha impedito il raggiungimento di quel traguardo tanto sbandierato quanto mai concretamente messo in atto.
Dall’altra parte della bilancia ci sono squadre come il Toro, la Fiorentina e il Milan che languiscono per ora nella metà classifica nonostante una potenzialità nettamente superiore. Nel caso dei viola è chiaro il peso dell’assenza del francese volante che nonostante le primavere e le centinaia di candeline spente non ombra ma homo già fui e continua ad esserlo a dispetto dei santi, dei discepoli e dei beati. Nel caso delle altre due compagini è chiara invece la mancanza… di peso da parte dei rispettivi nocchieri…bravi bravi ma da qui ad essere dei Conte o dei Sarri ce ne vuole…eccome se ce ne vuole.
Sorprese e discorso salvezza
Per quanto riguarda le vere sorprese del campionato, oltre alla solita Lazio eternamente snobbata, ecco farsi avanti squadre di altri tempi: il Cagliari e il Verona che sono lì a dimostrare come certi postulati preconfezionati abbiano l’unico scopo di ridicolizzare chi li ha ideati imponendoli al popolo bruto dei calciofili di italiota memoria. Il Cagliari sembra fin più concreto e compatto, anche se ovviamente meno bello, di quello “Giggirivico” di cinquant’anni fa mentre il Verona non ha le stelle di quello scudettato di Bagnolica memoria ma non è rimasto neppure nelle stalle dell’insipienza.
Una squadra questa che potrà pure non ambire all’Europa ma che sarà una bella gatta da pelare per tutte quelle che saranno chiamate ad incrociarne le armi tutt’altro che spuntate. Il discorso salvezza è un problema che coinvolge almeno otto squadre dall’Udinese in giù. Per ora i maggiormente sospettati rimangono il Genoa, la Spal e il Brescia se non altro per l’impietosità dei numeri, in questo caso tutt’altro che primi.