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Questo MATRImonio s’avea da fare

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All’ultimo gong del calcio mercato alla fine è arrivato quello che abbiamo sospirato da due mesi. Un attaccante già pronto, con un bagaglio tecnico di livello e con un’esperienza maturata presso top club della serie A. Alessandro Matri è da oggi un nuovo giocatore della Lazio. Operazione che avrebbe dovuto essere portata a casa molto prima…soprattutto prima della finale di Super Coppa e dei preliminari di Champion’s e che…la quatripletta mortifera beccata in quel di Bentegodi, ha “costretto” la dirigenza biancoceleste a definire e concludere in tutta fretta.

 

Evidentemente questa è l’ennesima dimostrazione di come in casa Lazio non si conosca minimamente il significato della parola programmazione ma che si continui a traccheggiare alla giornata andando dietro ai risultati e cercando di tamponare una situazione che si sta facendo sempre più esplosiva. La piazza ha ricominciato giustamente ad alzare le barricate perché non è più disposta a guardare gli altri, ergo la Roma, veleggiare verso la gloria mentre il nocchiero nostrano da tempo si dirige verso pericolose scogliere a pelo d’acqua. Piazza che in questi lunghissimi dieci anni ha dovuto ingurgitare bocconi amari a ogni piè sospinto e che vorrebbe ricominciare a sognare così come si faceva ai tempi di Sergio Cragnotti ma anche all’epoca del mitico Presidente Lenzini.

 

Sogni finora annichiliti da chi gestisce una società di calcio come una ditta personale dimenticandosi che dietro le fredde cifre di bilancio ci sono centinaia di migliaia di cuori che continuano a battere per questi colori e che se ne fregano di pareggi di bilancio, di fair play finanziari che le grandi del calcio nostrano, a differenza della Lazio, continuano ad ignorare e che vogliono quanto meno competere con gli odiati dirimpettai transtinberini.

 

Ma ora godiamoci Matri sperando che trovi presto le chiavi per inserirsi nei delicati meccanismi di Pioli. Non siamo d’accordo con quanti sostengono che per prendere lui tanto valeva non prendere nessuno: la Lazio, senza più uno straccio di attaccante disponibile, non poteva più permettersi di aspettare i miracoli che nel calcio molto difficilmente arrivano. Matri sa come segnare, lo ha fatto con il Cagliari eguagliando il record giggirivesco di sette goal in sette partite consecutive, lo ha fatto con la Fiorentina, lo ha rifatto segnando con la Juve di cui uno…pesantissimo contro la Lazio, e lo ha fatto con il Milan dove era cresciuto. Matri non è Messi e questo lo sappiamo ma alla Lazio in questo momento non serve Messi ma giocatori…ben messi, concreti e di personalità. Questo matrimonio quindi s’avea da fare…per la serie…meglio tardi che mai.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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