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La solita vittoria sudata

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Gli uomini di Prandelli battono 3-1 l? Armenia grazie ai gol di Pirlo, De Rossi e Osvaldo, ma l? atteggiamento tattico lascia ancora a desiderare.

 

Tra un anno, quando la nazionale avrà raggiunto l? aritmetica qualificazione ai mondiali brasiliani ed un auspicabile primo posto nel girone, nessuno di noi si ricorderà della prestazione fornita dagli azzurri e con tutta probabilità, nemmeno di aver giocato contro l? Armenia; in sostanza, la vittoria di ieri rappresenterà esclusivamente un minuscolo tassello (positivo, come ogni vittoria che si rispetti) nel percorso di avvicinamento verso la prossima rassegna iridata.

Tuttavia, a causa delle poche ore che ci separano dal match di Jerevan, risulta impossibile archiviare frettolosamente il tutto come un semplice risultato favorevole, astenendosi da una qualsiasi analisi critica.

La partenza degli azzurri è imprevedibilmente spumeggiante, contraddistinta da un possesso palla fluido e preciso e da verticalizzazioni improvvise, che fanno letteralmente ammattire i nostri avversari. Basta attendere una decina di minuti infatti ed il vantaggio è servito: il tiro ravvicinato di Montolivo viene murato dal braccio (leggermente staccato dal corpo) di Mkoyan e l? intransigente arbitro Strahonia decide di applicare il regolamento alla lettera, concedendo il rigore dell? 1-0 trasformato da Pirlo.

A questo punto, l? Italia dimostra come le prime incoraggianti battute di gioco non siano state altro che una piacevole illusione, decidendo di chiudersi a riccio e gestire il risultato. Un atteggiamento che, a tutti gli effetti, fa parte del DNA calcistico italiano dall? alba dei tempi, ma che continua a risultare francamente incomprensibile e scoraggiante se applicato contro avversari di rivedibile caratura. Eppure non paghi della figuraccia messa in scena contro Malta (avessi detto?) e del pericolosissimo pareggio contro la Croazia nei recenti europei, gli azzurri decidono di perseverare con il più deprecabile degli atteggiamenti tattici, contribuendo così a rimettere in partita gli avversari, piuttosto che sfruttare il momento propizio per affondare il colpo del KO.  Gli armeni ,dal canto loro, non si deprimono, accettano di buon grado l? invito a nozze degli uomini di Prandelli e raggiungono il pareggio grazie ad un? azione personale (scaturita da un vistoso fallo su Maggio, ignorato dal direttore di gara) del loro uomo più rappresentativo, Mkhitaryan.

Nel secondo tempo gli azzurri alzano il tiro, ritrovano il vantaggio grazie ad una prepotente zuccata di De Rossi su assist di Pirlo, mentre i nostri avversari accusano un comprensibile debito di ossigeno, causato dal commovente pressing a tutto campo messo in atto sin dai primi minuti di gioco. L? Italia trova così il modo di fare ciò che è colpevolmente mancato dopo il vantaggio iniziale, alza il baricentro e chiude la partita sull? asse della malinconia giallorossa: punizione di De Rossi e stacco regale di Osvaldo, che piazza la palla nell? angolino ed archivia la pratica armena.

Ogni vittoria è un tassello positivo a prescindere, ma contro la Danimarca in quel di San Siro servirà ben altro.

F.B.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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