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La quenelle costringe Anelka a rescindere il contratto con il WBA

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E’ meglio partire con una premessa: Cristiano Lucarelli ex attaccante del Livorno in più di una occasione decise di celebrare i propri gol con il “pugno chiuso“, gesto di evidente richiamo all’ideologia comunista. Il giocatore non ha subito nessuna sanzione e nemmeno alcuna pressione da parte di esterni perché ponesse fine al proprio atteggiamento. Zlatan Ibrahimovic, attaccante ora in forza al Psg, fu protagonista con la maglia neroazzurra di un brutto gesto di esultanza verso la curva dei propri tifosi (gesto ripetuto della mano verso le proprie parti intime), nemmeno per lui venne adottato alcun provvedimento disciplinare.
Lo scorso dicembre Nicolas Anelka, attacante in forza al West Bromwich Albion, dopo una rete segnata al West Ham decise di esultare con il gesto della “quenelle” (del quale si era già servito in altre esultanze); quel gesto preso a prestito dal comico Dieudonnè con un forte richiamo anti-capitalista, anti-globalizzazione e anche anti-sionista (da intendersi come ostilità nei confronti del nazionalismo aggressivo ebraico contro la popolazione palestinese).
Il giocatore è stato sospeso per 5 giornate e per essere reintegrato in squadra ha subito un interrogatorio da parte della propria società che imponeva al campione francese di ritrattare il suo gesto.
Riportiamo integralmente il tweet di Anelka a seguito di questo colloquio: “In seguito ai colloqui tra me e il club, mi sono state fatte delle proposte affinché io sia reintegrato nel gruppo a certe condizioni che non posso accettare. Desiderando salvaguardare la mia integrità, ho dunque preso la decisione di liberarmi e di mettere fine al contratto che mi lega al WBA fino al 2014, e questo da ora“.
In un mondo del pallone dove spesso valori quali coerenza e appartenenza vengono facilmente riposti in soffitta per far spazio all’unica logica del guadagno, non possiamo fare altro che complimentarci con Anelka, a prescindere dalle sua visione del mondo, perché ha preferito mantenere salda la sua integrità morale piuttosto che ritrattare una posizione, che ha tutto il diritto e la libertà di manifestare.
Siamo spesso abituati sui palcoscenici della nostra politica ad assistere a “patteggiamenti” post accusam che hanno tutta l’aria di teatrini comici, in cui ciò che è stato detto 5 minuti prima è pronto per essere smentito, per mantener salda la poltrona. Dunque in un mondo dell’assurdo, dove rievocare, seppur in maniera indiretta, le milioni di vittime del comunismo e insultare i propri tifosi non rientrano tra i gesti sanzionabili, non possiamo far altro che solidarizzare con Anelka, non per il suo gesto, ma per la sua infinita onestà intellettuale. 

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Di Redazione Elzeviro.eu

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