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Sedicesimi di Europa League: piange solo la Lazio

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Vincono Juve e Fiorentina, pareggia il Napoli in terra gallese, l’unica italiana a piangere sul…latte non versato è la Lazio sopraffatta in casa dagli onesti bulgari.

Quello dei sedicesmi di finale dell’Europa meno nobile, doveva essere un turno relativamente facile per le nostre quattro squadre: troppo era in partenza il divario tecnico, tattico delle nostre compagini e del nostro calcio in generale rispetto a nazioni ben più indietro nel ranking europeo.  Alla fine questo divario lo si è visto solo in parte perché tanto il Napoli, quanto la Juve, che hanno dovuto sudare le classiche sette-otto camice rispettivamente contro i coriacei gallesi e turchi, quanto la  Lazio, addirittura affondata in casa sua dai bulgari, hanno dimostrato come questo dislivello sia solo nella nostra presunzione.  Hanno incominciato in contemporanea la Juve e la Fiorentina. Sul campo delle meraviglie bianconere, la squadra di Conte aggredisce con foga gli ospiti e va subito in vantaggio grazie ad una rete ben confezionata del redivivo Osvaldo. Sembra di assistere all’inizio di una mattanza in piena regola e i tifosi sono già pronti con il pallottoliere in mano per fare la conta della “massa” di goal sotto i quali la loro squadra sembra essere sul punto di sotterrare i Turchi. Invece questo non succede anche perché la stessa Juve si mangia un numero sterminato di occasioni costruite benissimo ma malissimo concluse, vedi l’Apache, bravo a crearsi gli spazi ma altrettanto “sciaposo” nel…distruggerli al momento buono.
I Turchi, contro ogni aspettativa iniziale, tengono, e pure bene, il campo, belli chiusi e compatti danno poco spazio alle manovre bianconere. Nel secondo tempo addirittura  il Trabzopnspor pareggerebbe con Olcan Adin ma il cross del suo compagno che gli mette la palla sui piedi per il comodo tap in vincente è battezzatao a torto fuori dalla disattenta terna arbitrale. Succede un po’ di tutto allo Juventus Stadium, anche che al minuto 61 cada…l’Impero Romano d’Oriente con la presa di Trebisonda, l’ultima enclave bizantina, da parte dei Turchi, con tanto di mortaretti, fumogeni e quant’altro fa allegria per festeggiare il ricordo dell’evento, tanto da costringere a sospendere per qualche attimo lo stesso match. Finiti i…festeggiamenti di rito si ricomincia con Conte che manda la formica atomica in campo al posto di Marchisio, lo stesso piccol grande uomo serve al meglio Tevez che si fa ribattere un tiro quasi a botta sicura. Ci prova anche il Trab con un tiro di Colman fuori non di molto. Ma ecco che arriva sospirato, altro che goleada…il raddoppio di Pogba che da fuori area tira una sventola delle sue che va ad insaccarsi dietro l’incolpevole portiere…antibizantino. Ora il ritorno in terra turca sembra decisamente più abbordabile.
La Fiorentina, dal canto suo, si fagocita i Danesi dell’Esbjerg con una facilità che non ammette repliche. Il primo goal è di Matri servito a pennello tra i due marcatori centrali, che non se lo fa ripetere due volte e trafigge con freddezza il portiere Dubravka. Pareggia dopo pochi minuti la squadra danese con Pusic, lesto a riprendere una corta respinta della difesa e a scaraventare in rete. I viola vanno in vantaggio poi con Ilicic grazie ad un erroraccio del difensore danese Drobo Ampen e poi segnano di rigore con Aquilani che spiazza il portiere avversario. La Fiorentina ora, a meno di incredibili e scellerate amnmesie casalinghe nella gara di ritorno, è praticamente già agli ottavi e può riconcentrarsi sul campionato pensando alla gara ben più impegnativa in casa del Parma.
Il Napoli in terra gallese si salva grazie ai due grandi portieri che si ritrova in organico: Rafael nel primo tempo e Reina nella ripresa. Il Napoli lì davanti fa poco, prima con Callejon che tira a lato e poi con Higuain che costringe il portiere Vorm al miracolo sportivo. Tutto qui perché poi la squadra partenopea subisce i veementi assalti all’arma bianca di uno Swansea agguerrito e poco disposto a fare la vittima sacrificale di turno. Il buon Rafael  si trasforma in… Arcangelo Custode della porta di San Gennaro parando tutto e il contrario di tutto e sopravvivendo ad un finale di primo tempo in cui sembra di assistere ad una partita di flipper con i gallesi che tirano da tutte le parti e con San Rafael che…arriva da tutte le parti quasi gratificato dal dono dell’ubiquità. Nel secondo tempo il Napoli da qualche timido segno di risveglio ma è sempre lo Swansea a tenere il pallino del gioco e a…tenere in allenamento questa volta il buon Reina che al 30° della ripresa va a neutralizzare, come solo lui sa fare, un tiro maligno di Routledge. L’ultima occasione capita di nuovo sui piedi gallesi con Chico che, a due passi da Reina,si fa ipnotizzare dall’estremo difensore napoletano. Ora il ritorno non sarà comunque una passeggiata e bisognerà stare attenti alla forza ma soprattutto alla velocità, tutta di scuola anglosassone, di uno Swansea decisamente poco raccomandabile.
E veniamo alle note meno liete della serata: allo stadio Olimpico, stile deserto dei Tartari, succede che la Lazio conceda completamente il primo tempo ai buoni e bravi Bulgari tanto che prima si salva su calcio di rigore mal cucchiaiato e  gentilmente concesso dall’arbitro Zwaier,  poi subisce la traversa di Marcelinho e infine viene sotterrata da un mortifero tiro dalla distanza di Dyakov, libero di fare quello che vuole senza che uno straccio di difensore laziale osi andare a contrastarlo nell’occasione.  La Lazio? Il nulla assoluto per 45 minuti con le solite manovre da latte alle ginocchia e con la solita sterilità pressochè totale lì davanti… il buio oltre la siepe dell’Olimpico. Nel secondo tempo un inesistente Anderson sembra per un attimo risvegliarsi dal suo storico torpore atletico e tecnico con un tiro, che forse neanche lui sa come ha fatto a procurarselo, che viene deviato dall’ottimo portiere bulgaro sul palo. Poi il giovane brasiliano si procura un penalty che lo stesso, ignorando le direttive di Reja, pretende di tirare a tutti i costi senza averne le qualità con il risultato di “allenare” lo stesso portiere bulgaro che para con facilità irridente. A quel punto Reja si stufa, (perché non lo ha fatto prima?) e manda in campo Candreva al posto dell’inconcludente brasiliano che però predicherà nel deserto per tutta la ripresa e si farà parare pure un tiro, una rarità di questi tempi,  indirizzato nello specchio della porta. La Lazio della ripresa da qualche segnale timido di ripresa ma è una goccia d’acqua nel deserto del Sahara, il centrocampo senza più classe, l’unico uomo che poteva dargliela è andato via e non è stato sostituito, non combina nulla di propositivo mentre l’attacco è un pianto greco o meglio bulgaro. L’unico che fa qualcosa è il solito Keità, chiamato a salvare la patria mentre lui avrebbe tutto il diritto di starsene ancora accoccolato in Primavera a crescere come meriterebbe. Il nuovo arrivato Kakuta non da l’idea di essere nè determinante nè un trascinatore ma anzi vivacchia per gran parte della ripresa sulla corsia destra senza combinare granchè. Alla fine il risultato dello 0-1 è un risultato giusto che non da nè certezze nè tanto meno grosse speranze. La Lazietta approntata dal padron Lotito è questa e i tifosi sempre più esasperati, furibondi e giustamente offesi dalle prese in giro del signore di cui sopra  che continua contro tutti e contro tutto a stare sul ponte di comando, devono farsene una ragione e sperare nell’arrivo di un, a questo punto improbabile anche se auspicabile, legittimo successore che scalzi dal suo trono chi non ne è più degno da tempi immemori.

Juventus-Trabzonspor 2-0 (Osvaldo, Pogba);

Fiorentina-Esbjerg 1-3 (Matri, Pusic, Ilicic, Aquilani);

Swansea-Napoli 0-0; 

Lazio-Ludogorets 0-1 (Dyakov)

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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