Home / In Fuorigioco / Conte, Garcia e Lotito: tre uomini in fuga, i primi due verso lo scudetto, il terzo dalle sue responsabilità.

Conte, Garcia e Lotito: tre uomini in fuga, i primi due verso lo scudetto, il terzo dalle sue responsabilità.

Condividi quest'articolo su -->

Il punto sul campionato.

La quindicesima di campionato vede farsi sempre più interessante il duello tra le prime due, alla vittoria della Juve sul campo di un valoroso Bologna risponde la Roma con un gran …bel Destro al volo. Se era prevedibile, dati i valori in campo, che la Vecchia Signora potesse riuscire ad espugnare il campo del Bologna grazie al solito Vidal e all’altrettanto solito Chiellini, non così facile sembrava il compito della Roma che infatti ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie prima di aver ragione della solita rocciosa e talentuosa Fiorentina.

Tra Juve e Bologna comunque è stata partita vera con Buffon che ha fatto a…pugni con Diamanti e con una difesa, quella del Bologna che, nell’occasione del primo goal di Vidal, è andata in vacanza per venti secondi, tanto è bastato per rendersi la vita ancora più difficile di quanto già non lo fosse al cospetto della squadra più cinica del campionato. La Roma invece deve sfoderare il meglio del suo repertorio da accademia del calcio, perché la Fiorentina è una signora squadra e per averne ragione bisogna fare tutto perfettamente. E così è stato: basta rivedere l’azione del definitivo vantaggio della Roma per rendersene conto, perfetto assist a rientrare della splendida scheggia impazzita di Gervinho per l’accorrente Destro che con il suo omonimo piede fredda l’incolpevole Neto con un perfetto tiro al volo che sa tanto di cineteca. Il giorno prima invece il Milan viene letteralmente salvato da Super Mario in una di quelle giornate in cui il gigante non troppo buono c’è eccome: suo il goal del vantaggio, vanificato da un Livorno che ci mette cuore, grinta e anche una spruzzata di classe, e suo il goal del definitivo pareggio con una delle sue proverbiali fucilate da punizione. Il punticino is your mister Balotelli.

Nella sfida di sabato sera tra il Napoli e l’Udinese succede di tutto di più con i friulani mai domi e in grado di freddare il San Paolo che dopo la doppietta del fatal Pandev si era un po’ illuso. Alla fine la squadra di Guidolin riesce a dire…Basta al batti e ribatti congelando il risultato su un divertente e succosissimo 3-3. Per il Napoli, ormai distanziato dalle prime due qualcuno parla già di “crisetta“. E di crisetta appunto si tratta soprattutto  se confrontata con quella della Lazio, che perde anche la sfida dell’Olimpico…sbagliato.

La squadra di mister Petko, dopo la solita ronfata del primo tempo con tanto di svantaggio annunciato grazie ad una ridormita della difesa e di Perea, già poco credibile come attaccante figuriamoci come marcatore, nel secondo tempo colleziona la bellezza di quindici corner senza concludere nulla o poco più. La Lazio, nonostante che il suo Patron Lotito dica che ha un attacco di fenomeni in grado di competere per grandi traguardi, attualmente è una squadra senza attacco, con una difesa colabrodo e un centrocampo senza idee né talento. A questo punto, con la zona retrocessione dietro l’angolo viene da chiedersi se Lotito e il suo collaboratore Tare, quando dicono di aver allestito una signora squadra, competitiva ad alti livelli, non soffrano entrambi di qualche misteriosa sindrome da alterata visione della realtà. Una realtà per loro da sogno ma per i tifosi da incubo.

Di cambiare Petkovic, troppo debole e remissivo con una società che finora ha sbagliato tutto quello che c’era da sbagliare, neanche a parlarne almeno fino a Natale, quando la Lazio si ritroverà infilata ancora di più nel terribile imbuto in cui i due protagonisti di cui sopra hanno contribuito ad infilarla. Ormai non ci sono dubbi, lo capirebbe anche un bambino di cinque anni: la responsabilità di questo disastro quasi irrecuperabile sembra in gran parte gravare sulle spalle di Lotito e di Tare, buoni quest’estate a imbastire un mercato in entrata a dir poco insipiente e largamente inadeguato. L’organico, per quanto non manchi la buona volontà dei singoli, è quello di una squadra che dovrà lottare per salvarsi e con questo organico, mettendoci pure del suo, Petkovic si è ritrovato a lavorare.

Questo i tifosi devono saperlo per non soffrire della stessa sindrome che attanaglia il loro presidente. Lotito, nonostante che sia ormai con le spalle al muro, continua a fare finta di niente, come se lui e Tare non fossero gli effettivi artefici dei gravi errori  che hanno portato la squadra a questo livello. Petkovic una cosa giusta la sta comunque facendo ed è quella di riproporre sul campo i grandi acquisti, in primis Perea e Biglia, che la dirigenza gli ha magnanimamente messo a disposizione, per fare “apprezzare” al popolo l’apporto “prezioso” che questi grandi innesti sono capaci di dare al progetto, almeno questa soddisfazione se la sta prendendo. Domenica ci sarà intanto la prima sfida salvezza della stagione con il Livorno: salvezza a questo punto più per la presidenza che per l’allenatore, così pensiamo. Intanto il Chievo di lusso con un allenatore che sa il fatto suo, quel bell’Eugenio che anni fa vestì la maglia bianconera, riesce a vincere pure sul campo del Sassuolo e a lasciarsi alle spalle la zona calda della classifica. Una buona Sampdoria, sempre più targata Mihajlovic, vince contro un Catania sempre più mestamente adagiato sul fondo classifica, mentre il Verona e il Cagliari regolano in casa con lo stesso risultato il loro rispettivi avversari Atalanta e Genoa. Al Genoa non basta comunque il suo arciere Gilardino perché dall’altra parte c’è un Sau formato Champions.

La serata si conclude con l’ennesima mezza delusione per il buon Thohir, questa volta in versione re dei Filistei, con un tal Sansone che fa crollare sui nerazzurri le colonne delle loro ambizioni con il risultato di 3-3, che non fa una piega e che dimostra come il regno di Tohir non si sia ancora trasformato nell’impero sperato. Per vedere questa trasformazione occorrerà forse aspettare, come minimo, gennaio con i primi rinforzi e, con una buona approssimazione, almeno una stagione, sempre che gli altri regni limitrofi… non si rinforzino a loro volta.

Condividi quest'articolo su -->

Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

Cerca ancora

Il Bologna ferma il Milan e riapre il campionato

Il Bologna esce indenne dal campo di San Siro e il Milan si deve accontentare …