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Un marasma tutto italiano

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“Art. 17. I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica.”

Italia – Da più di un mese gira sui social network l?appello al raduno del 9 dicembre, per dare vita ad una protesta contro la situazione economica in cui versano tanti italiani.

Ma in barba all?art. 17, della succitata Costituzione, le prefetture stanno sistematicamente vietando tutti gli assembramenti di cittadini.

In Sicilia la legge sull?editoria, approvata all?ARS, prevede l?identificazione di tutti quelli che commentano gli articoli delle testate online; roba da dittatura staliniana.

E infine un Grillo che proclama le liste di proscritti per i giornalisti, “segnalateci i nomi”.

Nessuno vuole modificare alcune norme della Costituzione, ma tutti vogliono modularla a spese delle libertà basilari su cui è fondata una Repubblica.

La protesta del 9 dicembre parte dal basso, dalla classe produttiva del tessuto sociale di questa nazione che arranca in salita, come i dannati descritti da Dante nel girone dei prodighi e degli avari.

Le cause sono tante, siamo la nazione dove il trasporto è stato spinto e voluto su gomma, e che si ritrova gasolio più caro d?Europa; siamo una nazione dove si vara una legge di stabilità che pagherà, con i soldi degli italiani, 17 miliardi di euro alla BCE.

La protesta e il marasma hanno radici profonde, e la classe politica che ci guida ha la pesante colpa di fare gli gnorri, continuando a governare il Bel Paese.

E ditemi, come non essere sconcertati per la sentenza della Corte Costituzionale sull?incostituzionalità del porcellum? Come non domandarsi, ma ci hanno messo otto anni e la denuncia dell?avvocato Aldo Bozzi per accorgersene.

Non è questa la motivazione, semplicemente faceva comodo a tutti, in modo trasversale; a tutti senza esclusione.

E ora al momento di cambiare, perché lo dovranno fare, già si accapigliano su come organizzarsi le preferenze, o meglio le poltrone.

L?Italia è anche quella del pedofilo scoperto a letto con una 11enne, che è assolto dall?accusa, perché era un rapporto d?amore.

Ma allora Silvio, perché è stato condannato, per avere fatto sesso con una 17enne consenziente?

L?Italia è anche quella dei nostri due Marò, messi alla gogna in un paese in cui la libertà individuale e la certezza del diritto non sono sicuramente ai livelli europei. Due servitori della patria, che hanno fatto giuramento di immolare la loro vita per la patria, e che la patria ha rispedito in India dove, per la nostra Costituzione non sarebbero potuti ritornare, visto che in India, vige la pena di morte.

L?Italia è anche il paese dei tifosi laziali in prigione in Polonia.

Potrei continuare, ma voglio smettere.

Infondo direte, piangersi addosso non vale nulla e non serve a nulla, ma fare delle considerazioni si, questo vale.

Vale farsi un esame di coscienza, e non perché siamo alle porte della nascita di Cristo, ma perché, ne sono sicuro, non era questa l?Italia che avevano in mente coloro che scrissero la Costituzione e tutti quelli che, per un?idea di libertà e di democrazia, hanno dato la loro vita.

Giuseppe Morello

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Di Redazione Elzeviro.eu

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