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Heysel, 28 anni dopo la tragedia

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Un ricordo più che dovuto. In quel maledetto 29 maggio di ventotto anni fa quella che sarebbe dovuta essere una serata di calcio e soprattutto di festa si trasformò in una delle più disgraziate notti della storia di questo sport.  Prima dell’inizio della finale di Champions League (allora ancora denominata Coppa dei Campioni) tra Juventus e Liverpool allo stadio Heysel di Bruxelles persero la vita 39 persone , tra cui 32 italiane , a cui si aggiunsero più di 500 feriti. Bambini, donne e padri di famiglia la cui unica colpa fu quella di comprare un biglietto  per assistere dal vivo ad una partita di pallone.

COSA ACCADDE– Il fatiscente stadio Heysel (oggi stadio “Re Baldovino”) fu teatro di una tragedia speriamo irripetibile. I disordini erano annunciati, scellerata la decisione di riservare ad una parte di tifosi bianconeri un settore dello stadio ( purtroppo l’indimenticabile settore Z) adiacente al settore della Curva Sud, occupato dai facinorosi hooligans del Liverpool,  separati solo da una rete di metallo. Ma inimmaginabile la portata dell’incidente:  i tifosi inglesi poco prima dell’inizio della partita riuscirono a sfondare la tutt’altro che invalicabile rete metallica al fine di  raggiungere il poco nobile obiettivo del “take the end” (“prendi la curva”) e travolsero furiosamente i tifosi del settore Z.

La scena fu terribile. Alcuni spettatori cercarono di fuggire ma rimasero letteralmente schiacciati e altri cercarono addirittura di lanciarsi dagli spalti. Complici dell’incredibile entità dell’accaduto furono sicuramente la struttura dello stadio assolutamente inadeguata dal punto di vista della sicurezza ma anche la totale incapacità delle forze dell’ordine belghe, che invece di permettere ai tifosi di raggiungere le vie di fuga ostacolarono le procedure di evacuazione. Il tutto accadde in una clima surreale, da alcuni racconti dei presenti emerge che gli spettatori nei settori situati dall’altra parte dello stadio non comprendevano cosa stesse realmente accadendo.

PERCHE’ GIOCARE?- Nonostante l’incredibile accaduto, lo speaker dello stadio invitò alla calma e  la partita si giocò lo stesso senza il minimo rispetto delle vittime e del dolore dei loro familiari. La motivazione della decisione presa dalle forze di polizia e dirigenti Uefa fu abbastanza paradossale: evitare problemi di ordine pubblico. Rattrista molto scoprire dalle testimonianze raccolte in queste anni che, nonostante molti di essi avessero dichiarato il contrario, quasi tutti i giocatori erano a conoscenza dell’incidente , magari non tutti della reale gravità di esso, ma forse non se la sentirono di andare contro le decisioni provenienti dai piani alti.

La Juventus vinse la sua 1°Coppa dei Campioni, ma questo passò giustamente subito in secondo piano, furono vietati i caroselli per le strade di Torino e l’allora presidente Boniperti dichiarò che non c’era proprio nulla da festeggiare. Molti giocatori come Platini e Tardelli si scusarono per i festeggiamenti avvenuti in campo dopo la vittoria. Oggi il club bianconero ha deciso di ricordare le vittime del triste evento  in un comunicato ufficiale sul suo sito: ” Da allora, il 29 maggio può solo essere un momento di dolore, di silenzio, di riflessione. La tragedia dell?Heysel e le sue vittime non saranno mai dimenticate: per ognuna di loro è stata posizionata una stella nello Juventus Stadium, una parte del J-Museum è loro dedicata e i famigliari possono accedervi in qualsiasi momento. Ma questi piccoli gesti non nascono solo dal desiderio di onorare la loro memoria. Vogliono essere un monito, per tutti. Perché ognuno di noi ha il dovere di ricordare. Perché una simile follia non dovrà più accadere. Mai più”.  Aggiunta personale: speriamo di non rivedere mai più neanche disgustosi striscioni di beceri pseudotifosi che inneggiano a questa tragedia.

Paolo Sgarlata

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Di Redazione Elzeviro.eu

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