Nel “migliore dei mondi possibili” succede che un raro esemplare di tigre del Bengala possa morire a causa di sciagurate, e deliberate, scelte umane.
Malati, il nome della splendida tigre femmina, è stata infatti uccisa dal suo corrispettivo maschio in seguito ad un violento scontro occorso tra i due esemplari.
La tigre
era stata infatti inserita all’interno di un programma che avrebbe dovuto prevedere un accoppiamento forzato per aumentare i numeri di una specie che si sta estinguendo. Invero gli “esperti” hanno ottenuto l’effetto contrario. La scienza e chi la esercita, agisce infatti spesso con la presunzione di avere il controllo totale sulla vita e sui fenomeni naturali. Una simile arroganza ha così portato gli esperti, responsabili dell’accoppiamento delle due tigri, ad affermare che “avevano osservato segnali positivi e ritenuto che era arrivato il momento giusto per mettere in contatto le due tigri”.
Segnali che si sono rivelati completamente distorti,
vista la tragica scomparsa della tigre. Tale scelta avventata pesa dunque come un macigno su questa specie di tigre, di cui al mondo se ne conservano ormai meno di 400 esemplari. Episodi del genere dovrebbero far riflettere la comunità scientifica, specializzata nel campo animale, nell’adottare una nuova visione del rapporto tra l’uomo e la zoologia, mettendo in discussione tutte quelle strutture che, come gli zoo, travolgono millenari equilibri naturali.