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The Social Dilemma: tra connessione, persuasione e controllo

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Il documentario Netflix “The Social Dilemma”, in poche parole, ci suggerisce di tirare il freno a mano: un invito a riflettere sull’arcano etico che nasce dalle politiche di business delle piattaforme virtuali.

Il documentario, realizzato da Jeff Orlowski e disponibile su Netflix è un invito ad una riflessione seria e lontana dalla retorica legata alla “semplice” dipendenza dalla tecnologia o dai like. Non si parla, infatti, di quanto spesso ci fermiamo a fissare lo schermo del nostro smartphone, ma si indaga sul perché lo facciamo e su tutti gli espedienti messi in atto che ci suggeriscono di continuare, perpetuamente, a farlo.

Ad argomentare il dilemma sono proprio ex dipendenti delle più famose aziende della Silicon Valley, giovani che si sono ritrovati vittime delle loro stesse invenzioni e che hanno deciso di licenziarsi proprio per il problema etico di cui si parla. Ma, nello specifico, qual è questo problema etico? Anzi, qual è questo dilemma?

“Mai prima d’ora una manciata di progettisti tecnologici aveva avuto un tale controllo sul modo in cui miliardi di noi pensano, agiscono e vivono le nostre vite

Queste sono le parole che leggiamo sul sito dedicato al progetto di divulgazione che accompagna il documentario. Tutti ormai sappiamo di vivere in una realtà che di tanto in tanto assume pieghe orwelliane e forse siamo già abituati ad accettarla poiché la minaccia esistenziale non ci appare così evidente: non c’è un danno concreto percepito.

E così le tecniche di persuasione dei social network continuano a tenerci incollati allo schermo, seguitando ad arricchire il mercato basato sulla corsa alla nostra attenzione. Il valore della vita virtuale quasi sovrasta quello della vita reale. La selezione distorta dei contenuti proveniente dagli algoritmi costruiti ad hoc sulla base di ogni singolo individuo continua a propinarci una visione unilaterale del mondo che ci dà sempre ragione e abbondante disinformazione.

Per rendere più visibili questi effetti il regista affianca alle interviste dei giovani ex dipendenti uno spaccato di vita immaginario di un’ordinaria famiglia americana, con un focus sulle conseguenza che i social network hanno sui figli adolescenti che ne sono totalmente dipendenti.

The Social Dilemma mostra idealmente anche come funziona l’algoritmo, concretizzandolo attraverso un avatar del protagonista che naviga sul suo smartphone sotto le persuasioni di tre personaggi che lo spingono a passare più tempo possibile davanti allo schermo.

La promessa della tecnologia di tenerci connessi ha dato origine a una serie di conseguenze indesiderate che ci stanno raggiungendo. Se non siamo in grado di affrontare il nostro ecosistema di informazioni danneggiato, non saremo mai in grado di affrontare le sfide che affliggono l’umanità”.

È possibile prendere in mano la situazione? Di certo non possiamo modificare un sistema di algoritmi, ma possiamo iniziare a scegliere e prenderci il nostro tempo. Possiamo navigare in modo proattivo, possiamo esplorare la controparte e informarci anche su ciò che reputiamo sbagliato. Diversifichiamo le fonti di informazione, fermiamoci a riflettere e invitiamo gli altri a fare lo stesso.

 

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Di Francesca Russo

Francesca, laureata in Comunicazione Interculturale, oggi studentessa al secondo anno magistrale in Area and Global Studies for International Cooperation presso l'Università degli Studi di Torino.

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