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L’elefantino estremista

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Ferrara sarà sempre un estremista. Estremista di sinistra prima, del berlusconesimo poi, indi del cattolicesimo, oggi del montismo e del governo dei banksters. Convinto sempre delle sue personalissime opinioni, è estremista (o estremo) anche nell’aspetto fisico.

Non cesserà mai di saltare di palo in frasca con l’agilità di uno stambecco, e non di un elefantino. Dal suo modo di pontificare e di scagliare parole forti contro chi accusa Berlusconi, poi contro chi pensa che l’aborto sia una opzione praticabile in alcuni casi, e infine contro chi non sostiene il governo tecnico, si evince un carattere forte, talvolta troppo forte per pensare che la scintilla delle sue elucubrazioni non sia altro che una presa di posizione di schieramento.

Questa protervia non appare sintomo di un’intelligenza critica, per quanto si tratti senza dubbio di un’intelligenza vivida. Però c’è da dire a sua parziale discolpa (una parte piccola di discolpa), che quando parla è un grande piacere starlo ad ascoltare, anche se lo stomaco si rigira per quelle che talvolta chi scrive ritiene delle vere e proprie nefandezze.

Trattasi di un abile oratore e di un fine scribacchino: c’è da dargliene atto. Una figura che, tra l’altro, ha spesso e volentieri influenzato l’opinione pubblica e la vita politica del paese. Da non sottovalutare.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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