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L’elettorato di centro-sinistra ha tirato un lungo sospiro di sollievo, dopo aver constatato stamane con un dolce risveglio la vittoria netta del candidato Pierluigi Bersani.
Anche se il risultato era scontato fin dai primi tour elettorali, un pizzico di timore trapelava da chi ha sempre vissuto nella paura della propria fine. La fine di un mondo vetusto e incollato a schemi ideologici di un partitismo vecchio e in questo periodo sinceramente inutile.
D’altronde l’anima della sinistra italiana è questa: infaticabilmente legata a “dogmi” vecchi di sessant’anni, rispetto ai quali non vengono poste domande di adeguatezza, ma su cui si ergono barricate a oltranza. Se ci permettete un minimo di capacità divinatoria, per quanto sia possibile, vi potremmo dire quasi con certezza che Renzi avrebbe ottenuto lo stesso risultato anche con altri veteri del Pd, quali D’Alema, Fassino e forse la stessa Rosy Bindi. Dunque non è Bersani ad aver vinto, ma la sinistra “conservatrice” e anti rottamatrice in toto. Le reazioni esterne a tutto questo?
Di sicuro chi ne esce soddisfatto più che mai è Beppe Grillo, dato che il suo Movimento ha come obbiettivo la rimozione dei dinosauri della politica, il demacomico non può che essere gongolante se a capeggiare uno schieramento avversario sarà proprio un “veterano”della partitocrazia.
Anche sulla sponda destra la situazione sembra prendere una linea più o meno chiara, che vede una quanto mai probabile ricomparsa sulla scena di Berlusconi, forse consapevole di poter entrare in gara con il “nuovo” candidato del Pd, fatto improbabile se dalle primarie del centro-sinistra fosse uscito vincitore Matteo Renzi.
Berlusconi, Bersani e Grillo…di certo anagraficamente parlando siamo ancora in alto mare.
di Gabriele Tebaldi
