Un paese di merda?

Paese di merda. Mai avremmo pensato di dire questo riferendoci alla bella Italia, il paese con più cultura, più arte, più bellezze naturali, più varianti naturali: laghi, mari e monti tra i più belli che questo nostro mondo riservi al godimento del genere umano.

Ebbene paese di merda, ribadiamo. Perché? Basterebbero poche parole per far annuire la maggior parte dei maggiorenni e tutti i contribuenti italiani: mafia, meritocrazia inesistente, raccomandazioni, politica marcia, mani sporche, corruzione, partitismo, faziosità, leccaculismo, religione usata per i fini più biechi, ma anche: tassazione fuori oltre concezione, financo ruberie legalizzate per mano statale.

Non chiediamo un paese dove il liberalismo sia l’arma vincente, un paese dove la democrazia sia il baluardo del vivere civile. Ci sta bene anche un po’ di sommersa illiceità che giochicchia con l’applicazione della legge, purché si possa continuare a vivacchiare. Almeno così la pensa la maggioranza degli italiani, che per mezzo secolo ha votato, imperterrita, la Democrazia cristiana.

Però ormai siamo al parossismo: qui da noi la libertà non esiste… In questo paese l’iniziativa d’impresa è osteggiata da una serie incredibile di istituzioni e biechi poteri: in primis, dalla burocrazia, ma anche dai giudici. Provate a licenziare un dipendente perché non ne avete più bisogno. E non stiamo parlando di licenziamenti, anche se chiamati in altri modi, magari “mobilità”, ma che altro non sono se non licenziamenti che sanno di ripicca (viene in mente per fatti recenti una nota casa automobilistica), ma parliamo proprio di licenziamenti in piena regola, con tanto di preavviso, aiuto, umanità e tutto il possibile. Poi vedremo se non vi ritroverete a dover chiudere baracca e burattini, con tanto di impossibilità di crearne di nuovi, di posti di lavoro. Tanto varrebbe rischiare e assumere una banda di cinesi, farli lavorare nelle cantine per un totale di ore improponibile ad un cristiano e tenere un mastino di guardia. Una bestia pitturata di tintura fluorescente sul modello di quello dei Baskerville, magari, così eviteremo che i cinesi ci facciano la merenda, col nostro mastino.

Se uno è lavoratore autonomo è guardato in cagnesco dal fisco, dai giudici e sarà oltraggiato a causa dell’invidia che naturalmente si attirerà. Che poi se uno ha successo se ne frega, anzi magari gli può far persino piacere di attirare le invidie altrui.

Il problema è che con tutte queste categorie contro, alle quali spesso si affianca anche il legislatore, fare impresa in questo paese diviene cosa impossibile. Tanto vale non tentare: tanto vale emigrare. Da italiani innamorati della nostra terra ci tocca dire: ma che merda di paese stiamo diventando?

Freddie