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A Roma scoppia il caso delle baby-squillo

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E? scoppiata circa una settimana fa e l?inchiesta delle “Baby-squillo” dei Parioli sembra non vedere una fine.

Gli inquirenti stanno passando al setaccio sms, conversazioni Whatsapp, email scambiate tra i protettori, i clienti e le giovani prostitute.

Tutto nasce alcuni giorni fa quando una mamma-coraggio si reca in una stazione dei Carabinieri. “Voglio denunciare mia figlia” così esordisce. I militari, basiti, ascoltano, raccolgono dati ed informazioni e danno il via all?indagine. Due ragazzine, di 14 e 15 anni, studentesse di un liceo romano, si prostituiscono in un appartamento sito in Viale dei Parioli, quartiere “bene” di Roma.

Sembra sia iniziato tutto per gioco; come le protagoniste dell?ultimo capolavoro di Sofia Coppola, “The Bling Ring”, le adolescenti sognano borse griffate, scarpe da centinaia di euro, tagli all?ultima moda. E per avere tutto ciò decidono di trovarsi “un lavoretto” part-time. Insieme pubblicano le loro foto su un sito di incontri on-line. Il tempo di qualche contatto e irrompono sulla scena quelli che diventeranno i loro protettori: Mirko Ieni e Nunzio Pizzacalla. I due non si conoscono, non sembra avessero affari in comune. Eppure entrambi hanno la stessa idea: quella di fare soldi sulla pelle di due minorenni.

Le tariffe vanno dai 150,00 ai 300,00 euro fino ad arrivare a 1.000,00 euro e più per un week-end in barca a Ponza o in Costa Azzurra.

Gli incontri si svolgono in un semi-interrato sito nella via principale di uno dei quartieri chic di Roma. I clienti, professionisti facoltosi, sembra frequentassero i bar ed i ristoranti alla moda della zona.

Delle due baby-squillo, una si pente, vuole tirarsi indietro ma Mirko Ieni la minaccia “Fai come ti pare” le dice ” tanto due meglio di voi le trovo, più carine e più professionali”. Questo fa pensare ad un giro ben più ampio che coinvolge decine di minorenni.

Nella vicenda emerge, poi, un particolare inquietante: una della mamme, indebitata fino al collo e con gravi problemi famigliari, spinge la figlia a prostituirsi. La esorta a non trascurare la scuola ma anche a non far mancare i soldi in casa. E sebbene oggi la donna neghi, le telefonate parlano chiaro e sono una prova schiacciante.

I protettori e la donna sono in carcere. Interrogati dal GIP, Maddalena Cipriani, hanno fornito una  versione dei fatti che smentisce la loro presunta innocenza.

Le adolescenti, che hanno confermato di aver fatto uso di sostanze stupefacenti, oggi sono state affidate ai servizi sociali.

di Ilaria Riggio Lopane

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Di Gabriele Tebaldi

Classe 1990, giornalista pubblicista, collabora con Elzeviro dal 2011, quando la testata ha preso la conformazione attuale. Laurea e master in ambito di scienze politiche e internazionali. Ha vissuto in Palestina, Costa d'Avorio, Tanzania e Tunisia.

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