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PER CORRER MIGLIOR ACQUE’: letture dantesche all’Università di Torino

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Scritto da Emanuele Riu.

Per correr miglior acque: le parole con cui si apre il Purgatorio dantesco, seconda tappa di uno dei viaggi più appassionanti mai raccontati, sono diventate da qualche tempo a questa parte una sorta di augurio. L?espressione dantesca infatti è diventata a giugno il titolo di un?iniziativa che, come semplici studenti del Dipartimento di Studi Umanistici dell?Università di Torino, abbiamo organizzato per i nostri compagni di studi e per tutta gli studenti dell?Università: un ciclo di letture dantesche, un tipo di evento del tutto nuovo per Torino, città che pure vanta un?insigne schiera di docenti e critici che nel corso degli anni si sono misurati e confrontati fruttuosamente con Dante

L?idea è nata nel corso del passato anno accademico, quando, colpiti dalle lezioni del professor Pirovano, docente di Filologia italiana, abbiamo deciso, una decina di studenti, di provare a continuare con lui la lettura dell?Inferno cominciata a lezione. Ciò che ci ha affascinato del prof. Pirovano è stato un altissimo livello di competenza unito ad una profonda passione per la materia dantesca, un mix che rendeva le sue lezioni intense, appassionanti, sempre nuove e mai banali.

Il professore si è dimostrato apertissimo all?idea, e dopo cinque ritrovi abbiamo deciso, pranzando insieme, di estendere la proposta non più unicamente agli studenti della nostra magistrale, ma a tutto l?Ateneo, affidando ogni lettura a un profesore diverso.

Il Dipartimento di Studi Umanistici ha da subito accolto la nostra richiesta, supportandoci nell?organizzazione di un evento che si concentrerà, per quest?anno, sul Purgatorio, nella speranza di continuare gli anni successivi passando al Paradiso e ricominciando dall?Inferno (e nella coda dell?occhio c?è il 2021, settimo centenario della morte di Dante?).

L?incontro di inaugurazione si è svolto martedì 15 novembre, quando il prof. G.L. Beccaria, professore emerito dell?Università di Torino e celebre linguista, ha tenuto davanti a 300 fra studenti e professori una lectio magistralis sul valore che può avere, al giorno d?oggi, leggere Dante in Università, per tutti. Il prof. Beccaria ha innanzitutto affrontato una questione più generale e molto spinosa, e cioè il valore degli studia humanitatis in una realtà sempre più dominata dalla tecnocrazia e dai concetti dell?utile e del valore meramente economico delle cose, per poi procedere ad esaminare la grandezza di Dante, passando per la sua fortuna nella letteratura italiana del Novecento e (ovviamente) per la sua maestria nell?uso della lingua italiana, una lingua che deve in gran parte a lui, potremmo dire, la sua stessa esistenza.

È stato un “inizio alla grande”, come si suol dire. E quel che ci colpisce di più in tutta la faccenda, e che riemerge in noi ogni volta che ci troviamo davanti qualcuno (studente o professore) che ci ringrazia per quel che stiamo facendo, è il fatto che tutto quel che sta accadendo davanti ai nostri occhi è nato e cresciuto quasi “per caso”: non è una questione di merito o di particolare intelligenza, ci è bastato seguire e impegnarci con quello che la realtà ha fatto accadere davanti ai nostri occhi.

Questo ci ha fatto intuire (ma è un?ipotesi da verificare ogni giorno) quanto sia inutile, in fondo, lamentarsi perché la realtà (lo Stato, l?Università italiana, i professori, il mio compagno di banco?) non è come vorremmo noi, e quanto sia fruttuoso invece prendere sul serio il proprio compito quotidiano, con serietà e passione: questo, senza che lo si programmi, a tempo debito, genera cose grandi. È una lezione che è per tutti, nessuno escluso, e che vediamo testimoniata davanti a noi, ogni giorno, da tante persone “esemplari” in questo senso, professori o studenti che siano.

Il prossimo appuntamento è per giovedì, 12 dicembre, alle h. 18.00 in aula 35 a Palazzo Nuovo (via s.Ottavio 20). Interverrà il prof. Donato Pirovano a introdurci al II canto del Purgatorio.

22 novembre, santa Cecilia

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Di Redazione Elzeviro.eu

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