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Renzi, simpatico tassatore

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Renzi è un simpatico tassatore”, parola di Silvio Berlusconi. L’ha detto nel salotto politico di Porta a Porta (24/4) e l’ha ripetuto nella familiare “domenica live” (27/4) condotta da Barbara D’Urso. In doppiopetto e cordiale come sempre, l’inossidabile leader di FI ha sciorinato senza soluzione di continuità cifre, dati e tutto quanto gli è stato possibile fare durante la sua permanenza a palazzo Chigi, senza tralasciare di allertare i telespettatori ed i presenti in sala sulla prossima “stangata” che colpirà inesorabilmente il popolo ignaro dopo le elezioni europee.

L’aumento della tassazione è inevitabile, se la matematica non è un’opinione. Renzi con una mano fa finta di dare, ma con l’altra prende davvero. Quando ai primi d’aprile annunciò a Porta a Porta che avrebbe saldato entro luglio il debito delle PA con le imprese,
Bruno Vespa gli rispose che sarebbe andato in pellegrinaggio. Si tratta di circa 68 miliardi di euro, mica bruscolini. Letta ne anticipò 22 con la finanziaria (chiamata ora legge di stabilità), ma il rimanente non può venir coperto neanche dalla TASI, che ne raccatterà 32 o 34. Quali altri balzelli dobbiamo aspettarci?

Il governo attuale è in piedi da due mesi, ma checchè ne dicano i media che lo puntellano quotidianamente, ha solo seminato parole che malcelano una battuta d’arresto dei tempi prefissati. La nuova legge elettorale non c’è, il def (documento economia finanza) non è ancora stato definitivamente approvato dalla UE, la maggiorana oscilla un giorno si e l’altro pure, ed arrivare al 2018, come auspica Renzi, è un’impresa da fachiri. Vespa ha detto che se il governo regge fino a quella data si recherà a Lourdes. Noi ci andremo se cadrà quest’Europa di burocrati e banchieri.
Giuseppe Franchi, Naa. 

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Di Redazione Elzeviro.eu

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