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Le prime mosse di Difesa e Esteri sulla vicenda marò

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Altri due membri di questo governo che provengono da partiti con emblemi con falce e martello, Federica Mogherini e Roberta Pinotti non appaiono due scelte fatte strettamente in base alla competenza, come ci si potrebbe aspettare in un governo non eletto, bensì scelte dettate perlopiù dall’opportunità politica. Scelte per bilanciare pesi e contrappesi delle formazioni politiche in seno al parlamento e in seno al Partito democratico, provengono entrambe da un’area dell’estrema sinistra per poi andare a collocarsi sotto l’ala protettrice (e un più moderata) del romanziere Dario Franceschini, novello ministro della Cultura
 
Federica Mogherini, romana quasi 38 anni (come l’età media del Governo Renzi), ha dalla sua il fatto di avere studiato con il progetto Erasmus in Francia ed essere stata in passato nominata nel dipartimento esteri dei DS. Anche qui però (un po’ come Orlando che ha lavorato nel dipartimento giustizia del medesimo partito), ci si chiede quali attività, finanziate con illegittimi soldi di partito, abbia potuto mettere in atto la rappresentante di una formazione politica, e se si possa equiparare tali attività a lavori svolti istituzionalmente. La risposta sembra negativa. Mogherini ha tenuto le relazioni dei Ds con il PSE e con l’Internazionale Socialista.

Roberta Pinotti, cinquantatreenne politica genovese, ha seguito la classica trafila dal Partito comunista, di cui è stata consigliera locale, al, Pds, ai DS, al Pd. In parlamento, a differenza della maggioranza dei suoi omologhi, si è occuapata della materia della quale oggi è a capo di dicastero: era infatti in commissione difesa. Qui è stata alfine chiamata a rivestire il complicatissimo incarico in questione e 

Il ministro indiano della Difesa dichiara che sulla vicenda giudiziaria dei marò non ci sarà nessun compromesso e che i militari italiani saranno giudicati secondo le leggi indiane. Non precisa però se si tratta del Sua Act o della legislazione ordinaria indiana. Di fronte a quest’ennesima affermazione di forza la neoministra Pinotti (soltanto nella giornata di ieri), in parlamento ha contraddetto il suo omologo indiano invocando il diritto internazionale violato.
 
Si può dire che sulla vicendà marò le mosse, salvo quelle mediatiche di telefonare ai fucilieri di marina e di incontrarne le mogli, tradiscano una volontà di internazionalizzazione della vicenda, facendo trasparire il fallimento della politica estera italiana negli ultimi due anni. 
Mogherini, parlando al Senato ha dichiarato che la linea del nuovo governo segue quella del governo precedente e si basa sull’internazionalizzazione della vicenda. Le due ministre ne hanno parlato alla Nato e all’Onu, incassando la (per ora sterile) solidarietà dell’Alleanza atlantica e del presidente Ban Ki-Moon.

Vedremo se la strada dell’internazionalizzazione sarà quella che riporterà a casa i due marò, ma una cosa è certa: la nostra nazione ne esce umiliata e la nostra sovranità è svilita tanto quanto il nostro peso sullo scacchiere delle potenze internazionali. Forse due personaggi di maggior peso internazionale e conosciuti all’estero avrebbero potuto sbloccare questa incresciosa situazione che si trascina da ormai oltre due anni?

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Di Redazione Elzeviro.eu

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