Non si capisce le elezioni di domani in Umbria possano essere considerate un test nazionale ma v’è il vago sospetto che chiariscano benissimo la qualità dell’offerta politica che viene fatta a noi elettori.
di Giuseppe Masala
🔹 Da un lato la Lega che ormai ha abbandonato qualunque velleità sovranista e chiede voti in tutta Italia, da Nord a Sud, agitando lo spauracchio dell’immigrazione incontrollata con lo scopo ultimo di dare forza al vecchio progetto Lombardo-Veneto liberista ed europoide che vuole drenare tutte le risorse possibili a vantaggio delle due principali regioni della Padania. In parole povere sì va in Calabria, o in Sardegna, o in Umbria per chiedere voti a favore di un progetto che danneggia proprio queste regioni.
🔹 Dall’altro lato abbiamo il PD che non ha fatto alcuna autocritica, alcuna elaborazione politico-culturale né ha tantomeno sostituito una classe dirigente nazionale ormai decotta. Si continua sul vecchio solco ormai inviso a buona parte degli italiani: europeismo fanatico, rigore dei conti, accoglionismo dai paesi del terzo mondo e via discorrendo. Il tutto condito da una buona dose di ipocrisia.
🔹 Il M5S che accetta una paradossale alleanza regionale con quel partito che ha decapitato a suon di denunce presso le Procure dell’Umbria. Uno sbocco paradossale e incomprensibile alla base e alle gerarchie locali ma deciso nelle alte sfere nazionali del movimento ormai egemonizzato dalla corrente filo-piddina degli Spadafora e dei Fico con Di Maio evidentemente all’angolo.
🔹 Merita una menzione a se il non-partito di Renzi, Italia Viva, che manco si presenta alle urne. A cosa serve un partito che non si presenta alle urne e dunque evidentemente non è interessato a creare una classe dirigente locale? Semplice, serve solo a calamitare scontenti in Parlamento per aumentare il proprio peso politico e ad ottenere una più grossa porzione del piatto governativo (leggi poltrone e prebende).
Insomma, al momento l’offerta politica è alquanto deprimente. Quest’è se vi pare.