Alla luce del nuovo attacco terroristico a Londra qualcuno incomincia a pensare che i provvedimenti anti terrorismo del presidente degli Usa Donald Trump alla fine dovrebbero essere presi anche in Europa.
I recenti tragici fatti di terrorismo avvenuti a Londra con le ennesime vittime sacrificali immolate, in nome del “volemose tutti bene”, sull’altare del pacifismo a tutti i costi, stanno evidentemente risvegliando la coscienza di qualcuno. Mentre infatti negli Usa è stata intrapresa una politica di fermezza e di difesa della vita dei cittadini americani ad ogni costo, in Europa si continua in modo irresponsabile ad inneggiare all’accoglienza generalizzata in nome di un concetto di democrazia ormai talmente diluito da assumere sempre più l’immagine di un ectoplasma indefinito.
La politica imbelle del cosiddetto pacifismo anti razzista molto ben congegnata dalle sinistre radical chic e da un certo catto comunismo mai del tutto espiantato dalle coscienze del mondo cristiano, sta facendo da anni danni enormi e ormai quasi incalcolabili. In primo luogo si è riusciti nell’impresa di dare la possibilità ai criminali dell’Isis di metastatizzarsi indisturbati nelle maglie, alquanto larghe, dell’accoglienza a 360 gradi di milioni di persone del mondo mediorientale. Cosa che non solo ha reso sempre più difficile l’opera dei sistemi di sicurezza nazionali ma ha anche dato ai terroristi la quasi certezza di lavorare indisturbati all’organizzazione dei tanti attentati perpetrati contro la vita di chi ha “l’onore” e la “fortuna” di essere cittadino europeo.
In questo incessante venir di folle di biblica memoria, le possibilità di individuare i potenziali attentatori prima che possano portare a termine la loro orrenda programmazione, è a dir poco minima. Ora, dopo che ormai da anni contiamo le vittime inermi di chi ci vorrebbe tutti morti, ma anche di chi blatera di “amore universale” con il supporto dei black block, qualcuno incomincia a guardare oltre oceano come ad una sorta di “Sangrillà“. Un paese dove si è incominciata a praticare sul serio la politica di difesa della vita e degli interessi di chi ha, rispetto a noi, la fortuna di essere cittadino statunitense.
I benefici dei provvedimenti Trump
I provvedimenti anti terrorismo presi appena varcata la soglia della Casa Bianca da Donald Trump erano stati frettolosamente ma anche rabbiosamente archiviati come l’ennesima dimostrazione di ottusità populista e razzista di chi per semplice fortuna è riuscito a farsi eleggere alla carica suprema dello stato americano. La sospensione per tre mesi dell’accesso di rifugiati da sette paesi islamici, la sospensione a tempo indeterminato di chi proviene dalla Siria, i controlli a tappeto di chi viene da paesi considerati comunque ad alto rischio, la riduzione della metà (50.000) del numero complessivo di rifugiati ammessi e infine la soppressione del diritto di chiedere il rinnovo automatico del visto sono stati interpretati come un atto di abominio contro i diritti fondamentali dell’umanità.
Si dimenticava allora come adesso che siamo in guerra contro il mondo islamico che conta…ovvero quello dello Stato Islamico di Al Baghdadi, perché allo stato attuale delle cose conta soltanto chi ha in mano il potere di distruggere l’altrui vita e questo gli oscuri appartenenti allo stato criminale islamico ce l’hanno e possono metterlo in atto in qualsiasi momento. Un potere che è destinato a diventare ogni mese che passa sempre più incondizionato, letale e inarrestabile per il semplice motivo che di fronte ha solo la convinzione bislacca di chi pensa ancora nei termini di un fiore da mettere sui cannoni così come facevano quarant’anni fa i nudisti sull’isola di White.
Il neo eletto Presidente degli Usa Donald Trump non sarà un impeccabile political correct man ma ha capito molto bene che nel momento dell’emergenza e del pericolo bisogna reagire e provare con tutte le proprie forze a difendersi. L’alternativa, lo sappiamo e lo ha capito anche lui, è la resa e la sottomissione definitiva della civiltà umana.