Per anni chi ha odiato il Tricolore sono stati quelli che – comunisti – riconoscevano una sola bandiera, quella rossa dell’unione sotto l’egida della dittatura del proletariato.
Erano comunisti, pazzi utopistici e ciechi sui crimini di un’ideologia del terrore, ma avevano delle idee, tanto sbagliate quanto nobili.
Successivamente,
a rifuggire il tricolore sono arrivati quelli della Lega del celodurismo e dell’imbracciamo i fucili, con la farlocca costruzione geopolitica di Miglio e il subodorare la possibilità di crearsi una carriera facendo fessi milioni di italiani del nord da parte di quella faina di Bossi e proseliti. Affare che è sfociato, da un lato, nella dichiarazione di indipendenza della Padania, dall’altro, in banche fallite e soldi pubblici sottratti per amici e parenti, lauree comprate in Albania e investimenti in diamanti in Tanzania…
Oggi
chi comincia a vergognarsi della bandiera italiana è chi ne commette scempio e vilipendio anteponendovi quella di un’istituzione che ha tradito la lettera dei trattati istitutivi, che ormai si palesa come soprattutto finanziaria ed a trazione straniera.
L’ultimo tradimento della lettera e del Trattato di Roma è decisamente da ravvisarsi nella riunione plenaria dei parlamenti francese e teutonico, sotto l’egida di un’alleanza politico-finanziaria favorita, che esclude i paesi terzi, in seno all’Unione. Paesi terzi che, quando ricevono la Cina ci tengono a sottolineare come le analoghe iniziative straniere (nel caso, quella Italiana di aderenza alla nuova via della Seta) non sono rispettose del comune percorso europeo…
Insomma, chi riferiamo a chi antepone al Tricolore la bandiera delle 12 stelle dell’Unione europea, da rinominarsi in Entità europoide.