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Mistero sulla sorte del califfo del terrore

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L’incursione aerea dei jet militari Usa condotta alle prime ore di sabato scorso avrebbe forse colpito nel segno. Infatti, stando alle notizie pur contraddittorie che si sono susseguite sia sui social network che a livello di fonti ufficiali, la “cupola” dell’Isis sarebbe stata gravemente colpita nell’ultimo raid aereo condotto su un convoglio militare nella zona di Al- Qaimi nell’Ambar iracheno.

 

Secondo quanto sostenuto dal Ministero degli Interni Iracheno infatti sarebbe stato addirittura seriamente ferito il leader massimo Abu Bakr al Baghdadi insieme ad alcuni alti esponenti del direttivo dell’Isis. Notizia che però non è stata confermata dal portavoce del Comando Centrale delle forze americane il colonnello Patrck Ryder che ha detto di non avere al momento conferme che in quel convoglio si trovasse anche il famigerato Califfo del terrore.

 

Su un social network è comparsa addirittura la fotografia di un cadavere che potrebbe assomigliare al capo carismatico dell’Isis. Peccato che ad un esame attento della stessa foto sia evidente che il cadavere ritratto riverso sulla sabbia del deserto iracheno, al di là di una somiglianza verosimile, abbia un naso completamente diverso da quello di al Baghdadi.

 

Nelle ultime ore, a conferma della foto di cui sopra, è addirittura trapelata da fonti vicine al Ministero degli Esteri Iracheno la notizia, poi non confermata, che il capo dello stato dell’Isis sarebbe stato addirittura ucciso nel raid in questione. Se questa notizia fosse confermata, la famigerata pseudo nazione dei tagliagole potrebbe conoscere nelle prossime settimane un repentino quanto insperato declino-epilogo. Le prossime ore saranno decisive per sapere qualcosa di più a riguardo, di sicuro il raid di sabato deve avere in qualche modo colpito un bersaglio importante: in quel convoglio almeno una parte di alti esponenti dell’Isis era probabilmente presente, non sarebbe altrimenti spiegabile il tam tam mediatico che si è immediatamente dopo scatenato sulla rete pur tra contraddizioni e inesattezze.

 

Se così fosse, per l’Isis potrebbe essere un colpo quasi mortale perché con il supremo capo ferito gravemente, tanto da essere, sempre secondo il Ministero degli Interni Iracheno, trasferito urgentemente in Siria, o addirittura ucciso insieme ad altri esponenti di spicco, in questo momento l’Isis sarebbe quanto mai vulnerabile. Se almeno il ferimento di al Baghdadi trovasse conferma, sarebbe infatti il momento opportuno per provare a sferrare l’attacco decisivo ma, per fare questo, occorrerebbe mettere in campo adeguate forze di terra che siano in grado di coordinarsi con quelle aeree, cosa che a breve termine non sembra realizzabile se non con uno sforzo bellico decisamente superiore a quello attuale.

 

E’ anche vero che lo stesso Obama, indebolito dal ribaltamento del quadro politico americano che lo vede ora in minoranza al Congresso rispetto alle forze repubblicane, potrebbe essere costretto a dare una decisiva accelerata alle operazioni belliche in Iraq. Una decisione questa che potrebbe, se non altro, portare alla sua amministrazione il classico…fiore all’occhiello in grado di ridare credibilità e soprattutto voti e sostegno popolare. Viceversa la prospettiva di uno stallo delle operazioni militari in Iraq con conseguente rafforzamento politico e militare di un Isis, ora come ora, incerottato e a mal partito, potrebbe significare il definitivo affossamento politico dell’amministrazione democratica di Obama.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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