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I banchieri temono l’autodeterminazione dei popoli

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Gli Usa sono nelle mani della Fed dall’antivigilia di Natale del 1913, l’Europa è caduta nelle grinfie della Bce nel 1992 con il trattato diMaastricht. Obama fa la voce grossa con Putin per il “cattivo ” esempio del referendum in Crimea, che molti popoli stanno seguendo. La Scozia l’ha indetto per settembre per staccarsi dalla Gran Bretagna, la Catalogna si sta separando dalla Spagna come ha fatto la Croazia con la Serbia.
Anche i baschi potrebbero insorgere per ottenere l’indipendenza, e nella nostra Italietta è il Veneto che sta preparando il suo ritorno alla “Serenisima” (anche se in realtà si accontenterebbe di una regione a statuto speciale come il Trentino ecc.). Di questi vincoli europei non se ne può più, le prossime elezioni del 25 maggio daranno un segnale forte del malessere della gente.
I banchieri temono la frantumazione degli stati che potrebbero sfuggire al loro controllo ed hanno puntato su Renzi (bravo a comunicare, ma reticente nell’informare) per tenere in pugno l’Italia. Per ora l’ex sindaco di Firenze (nei guai per l’affitto della casa che il suo amico imprenditore Marco Carrai gli pagava) è ancora in luna di miele, ma presto gli piomberanno addosso notti senza luna. Al consiglio europeo di ieri ha messo un piede in fallo dicendo ai giornalisti presenti che l’Europa è una soluzione e non un problema , che ai più attenti ha fatto squillare un campanello d’allarme. Inoltre, bastava osservare il sorrisino che si sono scambiati Manuel Barroso ed Herman Van Rompuy (a proposito del famigerato 3% tra deficit e PIL ), che era molto simile a quello della Merkel e Sarkozy prima del defenestramento di Berlusconi.
Renzi viene applaudito in Europa finché afferma che rispetterà i vincoli imposti, non può alzare la testa. Per coloro che si illudono e si crogiolano in un vero cambiamento della situazione, la delusione sarà molto più amara. 

di Giuseppe Franchi    N.a.a. 

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Di Redazione Elzeviro.eu

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