Il malriposto senso di superiorità degli occidentali ha portato a sottovalutare non solo la portata del virus, ma anche le capacità di ripresa dell’apparato statale, economico, sanitario e produttivo della Cina. Il risultato? Adesso loro intravedono la luce, mentre noi dovremo soffrire ancora per molto tempo.
di Giuseppe Masala
Molti hanno sottovalutato la crisi sanitaria nonostante le immagini e le storie che arrivavano dalla Cina, appunto, perchè si trattava della Cina. Troppi poveretti si cullavano (e temo si cullino) in un presunto complesso di superiorità politica (loro sono comunisti, noi siamo liberal democratici), sociale (noi siamo la Grande Europa, loro mangiano topi vivi), economica (loro sono sottosviluppati, noi siamo ricchi) e tecnologica (noi siamo la punta di diamante dell’innovazione tecnologica, i cinesi non sono niente).
Un errore di sottovalutazione gravissimo. La Cina è una superpotenza enorme, ha potuto fermare una regione da 60mln di abitanti perchè il lockdown poteva essere sopperito da altre regioni altrettanto avanzate tecnologicamente ed altrettanto produttive per un totale di oltre 1,4 miliardi di persone. Ha una sanità avanzatissima (così hanno detto i commissari OMS), ha una tecnologia altrettanto avanzata, ha spostato decine di migliaia di medici e infermieri dalle altre regioni.

Ha costruito ospedali prefabbricati dove mettere malati di tipo 3 (malati medi), avendo diviso le strutture dove mettere 4 categorie di contagiati: gravissimi, gravi, medi e quarantenati. Hanno fatto uno sforzo immenso che ha dato i suoi frutti e che noi non possiamo imitare per mancanza di risorse umane e materiali (peraltro depauperate negli ultimi decenni in nome del profitto di pochi). Non è questione di stampare denaro, se ti servono respiratori e non ce ne sono in vendita perchè tutto il mondo ora sta accapparrando devi ricostruire le linee produttive, non è questione di soldi e comprare su Amazon.
La nostra temo sarà una battaglia lunga e piena di sacrifici, altro che due settimane; potevamo riuscire a domare rapidamente i focolai se ci fossimo attivati immediatamente appena s’era capito cosa stava succedendo in Cina. Ma i pregiudizi di troppi hanno giocato un brutto scherzo. E rimane il fatto – finita questa crisi – non è che poi quattro gradassi danarosi possano pensare di fare una vacanza esotica e ritornare conditi, riaprendo un nuovo focolaio. Chi và, buon viaggio, però poi a Perdasdefogu in quarantena a spese sue.