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Se questo è razzismo…

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Il Casale junior ha ritirato i suoi per presunti insulti razzisti denunciati da un calciatore.

Sull’onda entusiastica del denunciare il razzismo negli stadi, accade ora che partite in cui una squadra stia perdendo decida di ritirare la sua formazione per ottenere la sospirata vittoria, e poco importa se trattasi di una vittoria a tavolino.

E’ quanto accaduto a Casale Monferrato, nella partita Casale-Pro Patria del campionato dei Berretti (giovanili), dove un calciatore del Casale, armato di tutta la sua rabbia si è rivolto contro un giocatore dell’altra squadra, la famigerata Pro Patria di Busto Arsizio, una squadra di presunti negrieri e schiavisti. Sputi e insulti di rimando da parte del presunto offeso e partita finita. I Nerostellati (Casale) ritirano i loro bimbi dal campo.

Per Cucchi è un problema di educazione

Molti giornalisti sportivi hanno deplorato questa interruzione nonché vari altri tentativi del genere, (Salernitana-Aversa): Italo Cucchi, appigliandosi al commento di un radioascoltatore di RadioUno dice che la questione è difficile: non chiunque può decidere di interrompere la partita, bensì l’arbitro, come extrema ratio quando non dovessero ravvisarsi i requisiti di sicurezza per il proseguimento del match, in mancanza di tale requisito il calciatore razzista andrebbe espulso. Le multe alle società, secondo Cucchi, non sono (più?) un metodo ragionevole di punizione, ma dovrebbero essere comminate punizioni “sportive”.

E’ tutto un problema di educazione: le parolacce e le bestemmie, insieme ad eventuali insulti che possono avere connotati razzisti ma che ad altro non sono riconducibili se non alla maleducazione, vanno stroncati a partire dall’oratorio, per arrivare fino alla Serie A. L’Italia, dice infatti Cucchi, non è un paese razzista, non è un paese dove vi sia stata la schiavitù e dove il problema razzismo sia davvero così penetrante come in America, qui da noi le porte dell’accoglienza si sono spalancate e giocatori come Pogba, giovanissimi e dalla pelle come il carbone sono gli idoli delle curve.
Evidentemente chi scrive si associa alle considerazioni di cui sopra: il problema va risolto impartendo educazione (e provvedimenti sanzionatori sportivi) a partire dalle categorie inferiori, a partire dalla partitella di quartiere.

E.F.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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