L’Italia con la testa già agli ottavi crolla contro la grande Serbia di Djordjevic con un punteggio (101-82) che non si vedeva dal ’92. Siamo comunque terzi nel girone e domenica ci aspetta Israele.
L’Italia un po’ sulle gambe ma soprattutto con la testa e la volontà concentrate sul prossimo impegno degli ottavi, si fa asfaltare dalla solita nostra bestia nera, la Serbia di Djordjevic. Una squadra questa che è apparsa di un altro pianeta con i vari Teodosic (26 punti), Bjelica (19 punti) e Raduljica (14) che hanno messo alle corde una difesa, la nostra, apparsa sotto tono e mai…all’altezza dei giganti della ex Jugoslavia.
L’Italia è arrivata a questo impegno, come dicevamo, svuotata di convinzioni e di stimoli, con Belinelli tenuto a riposo per farlo giustamente rifiatare e con Gallinari (14 punti per lui con 5 tiri e 5 rimbalzi) sempre eccezionale insieme al solito Bargnani e ad un comunque sontuoso Gentile (migliore realizzatore con ben 19 punti dalla sua). I nostri hanno finito con l’andare a traino degli slavi per tutta la partita senza mai riuscire ad agguantarli ed anzi cedendo di schianto le armi dal terzo quarto in avanti quando i nostri antagonisti hanno finito col prendere il largo grazie ai loro fantastici tre e ad una difesa azzurra leggera leggera e poco incline alla marcatura a uomo. Ecco spiegato il gap finale frutto di una libertà di tiro da parte dei nostri avversari che non avrebbe mai dovuto essere concessa.
Pazienza, nulla è compromesso e questo scivolone, che poteva anche essere prevedibile, ci deve servire di lezione e di sprone per la prosecuzione del torneo. Un torneo che ora ci riserva lo scontro con Israele appena battuta dalla Francia. Un impegno questo assolutamente non proibitivo ma da prendere con la dovuta concentrazione. Un’eventuale sconfitta questa volta sarebbe drammatica e ci farebbe tornare lemmi lemmi a casa…e noi non lo vogliamo…almeno per ora: infatti, tolta la Serbia fuori dalla portata di tutti, le altre pretendenti, compresa la Russia, sembrano tutte in grado di giocarsela quasi alla pari e un secondo posto finale non sembra poi così inarrivabile nè così disprezzabile. Sarà pure argent de poche ma…è pur sempre argent.