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KIRCHE UND WELT (“Chiesa e mondo”) – la nuova rubrica di Elzeviro.net

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Kirche und welt  (“Chiesa e mondo”).

Non spaventi la scelta del tedesco per il nome di questa rubrica. Dietro queste parole non vi e’ un austero teologo di Friburgo o un professore della Gregoriana; ma un piccolo omaggio a due grandi maestri di area tedesca: Romano Guardini e Joseph Ratzinger. Chi scrive e’ un semplice e giovane studente di storia dell’università di Torino, con una particolare affezione verso il senso religioso dell’uomo.

Perciò, con questa rubrica si proverà a portare Elzeviro e i suoi lettori nel mezzo del confronto corpo a corpo tra la “Chiesa e il mondo”. La prima porta il vessillo del credere, il secondo del conoscere. Ma entrambi fanno le stesse cose; e il mondo, dimentico di ciò, cerca come Caino di uccidere Abele: la Chiesa. Essa, però, non e’ semplicemente Abele ma la sposa di Cristo. Ed e’ proprio quell’atteggiamento sprezzante a portare i fondamenti che hanno prodotto la crisi della modernità, come ricorda il professor Giovanni Fighera: la libertà sciolta dai valori e dalla Verità, la parcellizzazione del sapere, il relativismo, l’ideologia scientistico-tecnicistica.

Sì, l’uomo moderno si e’ convinto che con quanto detto poc’anzi potrà risolvere tutti i problemi che lo assillano, e per questo si deve cercare di realizzare tutte le possibilità che quelle cose offrono, in particolare le offerte dalla scienza e dalla tecnica; e per questo si deve abbandonare la fede nell?Al di là. L?uomo di oggi, ormai post-moderno, pensa di poter contar soltanto su se stesso e che Dio non ci sia. In realtà si sbaglia: poiché egli, come dimostra la sua storia, e lo ricorda bene il filosofo Giovanni Reale, non è autosufficiente, non basta a se stesso, nel senso che non è in grado di salvarsi da solo.

In maniera paradossale, quindi, l?abitante del mondo non comprende il pericolo insito nel sottovalutare quanto appena detto; accecato dalla sua tracotanza rischia di dimenticarsi di essere uomo: un essere razionale finito dalle infinite domande. Ma specialmente, rischia di dimenticare Colui che è l?Unico, quel Tu capace di dare risposte a quella sete di Infinito. Se questo dovesse essere dimenticato, si realizzerebbero del tutto le parole del poeta R. M. Rilke: “Tutto congiura a tacere dell?uomo”. Purtroppo alla drammaticità di tali parole ci stiamo avvicinando; è già in atto la fase di involuzione del concetto di uomo, da cui è partita la sfida lanciata dal mondo (Caino) alla Chiesa (Abele).

Queste fase e sfida possono essere fermate facendo ricorso ad un nuovo umanesimo, e torna utile tornare al professor Fighera, che “riscopra l?uomo nella riscoperta di un Padre, Dio, che si è rivelato come amore, che si riappropri della legge morale universale nel coraggio di guardare di nuovo alla ragione umana”. Giungiamo così alla conclusione. Lo scopo di questa rubrica, da come si evince, non è solo quello di portare un omaggio, come si è detto all?inizio, bensì di dare un piccolo contributo col tentare di far chiarezza in un mondo sempre più in preda alla confusione; col cercare di individuare cosa vale davvero. L?arma per questa “buona battaglia” sarà costituita dalle parole di Sant?Agostino: “Non c?è modo migliore di cercare la Verità che interrogando e rispondendo”.

Scritto il 12 maggio 2013, giorno dell'Ascensione.

Daniele Barale

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Di Redazione Elzeviro.eu

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