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In morte di don Gallo

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BAGATTELLE

 

Elencare le differenze sarebbe lungo. E facile.

Non sono, nemmeno, tra quanti amano partecipare alle beatificazioni mediatiche. Anche qui, troppo facile.

Di fronte alla morte di don Andrea Gallo, tra l?anticonformismo di maniera (dirne male, per il piacere estetico ed estetizzato di una meccanica iconoclastia) ed il becero conformismo, scelgo di condividere poche parole. Dal mio nulla. Le ho scritte, a caldo, ieri su Twitter: “esplorò direzioni ostinate e contrarie. Sbagliò spesso. Ma da uomo vero. Il Mistero lo accolga”.

C?era tanta ideologia, nel suo dire e fare. Ma non di quella sciatta che serve ad incontrare il plauso, per lisciare il “senso comune”. Ad animarlo c?era una sete di giustizia.

Nelle “periferie esistenziali”, per usare le parole di Papa Francesco, ci è andato davvero. Accettando troppo spesso ? e questo è sempre un errore ? di farsi personaggio. Immaginando, mosso da quella pericolosa energia che è la buona volontà, che assumere il secolo (“leggere i segni dei tempi”, per dirla con la neolingua conciliarista) fosse vera laicità ed incarnazione. Ma ci è andato. Questo rimane.

Non se ne è stato tranquillo. E questo è un bene.

Il Giudizio non ci compete. Ha provato ad essere amico di chi borghesemente escludiamo. Questo gli fa un po? perdonare le sperticate lodi di tanta borghesia politicamente corretta.

Per don Gallo, una “smisurata preghiera”. E, poi, il silenzio. Ora tocca a Dio, che è Giustizia.

Marco Margrita twitter @mc_margrita

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Di Redazione Elzeviro.eu

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