Home / Affari di Palazzo / Esteri / Putin sempre più zar: le sanzioni made in Usa non piegano l’ex KGB

Putin sempre più zar: le sanzioni made in Usa non piegano l’ex KGB

Condividi quest'articolo su -->

La strategia delle sanzioni varate contro la Russia da parte degli Stati Uniti, seguiti servilmente a ruota dall’Unione Europea ha finora portato solo danni. La prima vittima di questa follia targata Washington-Bruxelles è il settore agroalimentare italiano. Le sanzioni hanno purtroppo un duplice effetto infatti, da una parte la riduzione della domanda estera del paese colpito, dall’altra la scelta di utilizzare delle contromisure da parte di quest’ultimo.

La Russia ha scelto di bloccare per un anno (decisione temporanea) le importazioni di carne, pesce, latticini, frutta e verdura. Nel 2013 l’export verso la Russia di questo settore aveva portato oltre 1 miliardo di euro all’economia italiana, questi soldi ormai ce li siamo letteralmente fumati. Tutto questo nel nome di fantomatici diritti umani che sarebbero stati violati dalla Russia durante il recente conflitto con l’Ucraina. In particolare a seguito dell’abbattimento dell’aereo della Malaysia Airlines, sulla cui colpevolezza ancora non è stata fatta luce.

Gli unici a guadagnare qualcosa da questa vicenda sono gli Stati Uniti, che grazie alle sanzioni sono riusciti a colpire anche il settore petrolifero del Cremlino, che assicura alla Russia il 30% del PIL. L’embargo sulle esportazioni delle tecnologie che aiutano Mosca a gestire i giacimenti esistenti e a sondare quelli nuovi ha fatto rallentare e di molto l’economia russa, che ha visto un calo del 2% del PIl negli ultimi due anni (rispetto al trend del 2012).

Guarda caso in questo stesso periodo abbiamo assistito a un boom energetico statunitense, seguito da una ripresa di produzione petrolifera in Libia e Iraq, territori dove i maggiori contratti di produzione del petrolio sono in mano a multinazionali statunitensi. Tutto questo ci fa pensare che la violazione dei diritti umani sia stato il solito escamotage (già usato in passato) degli Stati Unit per conquistare un’altra importante fetta del mercato energetico.

In ogni caso Putin, nonostante la crisi, rimane saldamente a capo del suo Paese: il 73% della popolazione si è dichiarata favorevole alla decisione del governo di bloccare gli import agroalimentari statunitensi ed europei. Il popolo russo preferisce patir di fame piuttosto che sottomettersi ai dettami di Obama, un buon esempio per noi europei, schiavi da tempo immemore dell’american dream. 

Condividi quest'articolo su -->

Di Redazione Elzeviro.eu

--> Redazione

Cerca ancora

Riflessioni sul neoimperialismo americano nel mondo

Mentre il mondo si interroga sulle azioni della Russia in Ucraina, noi andiamo controcorrente e …