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Quattro passi nel delirio…del traffico di Torino

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Parte I

Torino è sicuramente una di quelle città baciate dalla fortuna, o meglio dalla bravura dei nostri avi, in quanto strutturata sulla pianta originaria di un accampamento romano. Vie larghe e intersecanti che sembrano riprodurre la trama precisa di una scacchiera e che vanno a inserirsi in un contesto naturale già di per sé favorente uno sviluppo abitativo urbano razionale. Purtroppo l?uomo ha il pregio di riuscire a rovinare anche quanto di buono riesce a costruire nella sua millenaria storia. Torino non è Milano o Roma o Genova o Napoli i cui piani regolatori hanno dovuto adattarsi ad un contesto naturale non propriamente benevolo con, nel caso di Genova, le conseguenze nefaste che abbiamo purtroppo vissuto nell’autunno 2011.

Torino ha una pianta regolare e si è potuta sviluppare in gran parte in pianura senza dover fare i conti con dirupi, colline, avvallamenti e montagne a picco sul mare. Eppure a vedere come stanno le cose non sembra proprio così. I torinesi, condannati come il resto dell?umanità, ad andare la mattina a lavorare in auto non sembrano accorgersi minimamente di questa?fortuna. Non si contano i punti nevralgici in cui gli automobilisti imbufaliti vengono quotidianamente risucchiati e bloccati.

Tutto questo si sta protraendo da decenni ormai e anzi sta peggiorando nel silenzio e nell?immobilismo incredibile e paradossale dell?amministrazione comunale e, ovviamente di quelle della prima cintura. La colpa di questo generalizzato e inaccettabile intasamento e imbottigliamento sembra potersi fare risalire semplicemente ad una cattiva gestione dei semafori, mal regolati e delle rotonde mal progettate e altrettanto mal realizzate. Alcuni casi concreti possono fare luce e farci capire il significato di quanto sosteniamo. Casi che ci lasciano allibiti per la mancanza di provvedimenti ad opera di amministrazioni comunali sorde e cieche di fronte ai problemi dei cittadini.

Primo fra tutti, a titolo puramente esemplificativo, il caso della famigerata rotonda di corso Unità d?Italia. Rotonda che causa incolonnamenti soprattutto per il traffico che arriva da fuori Torino pari a 3-4 chilometri. Sarebbe bello e onesto da parte dell?amministrazione cittadina andare ad individuare le competenze e quindi le responsabilità di chi ha prima progettato e poi eseguito la costruzione di un simile obbrobrio. Quanti cittadini hanno subito danni ingiusti da questo incredibile errore di messa in opera. E? evidente che i progettisti hanno sbagliato i numeri e commesso un macroscopico errore pensando che una simile rotonda avrebbe potuto assorbire il traffico locale. Chi paga le conseguenze di questo? Purtroppo i cittadini.

Altro esempio lampante: il semaforo di corso Rosselli angolo largo Orbassano. Anche qui da decenni i residenti si lamentano perché nelle ore di punta si creano ingorghi e code infinite per chi transita lungo lo stesso corso Rosselli. Code che a volte arrivano fino quasi all?ospedale Mauriziano. Anche qui nella regolazione di questo micidiale semaforo non si è evidentemente tenuto conto dei reali flussi di traffico. Ricordiamo che il traffico non è più quello degli anni sessanta o settanta, oggi il volume della massa di automobili in circolazione è decuplicato. Ma questo semaforo continua ad essere regolato come lo era a memoria di chi scrive all?inizio degli anni settanta. Se un qualche tecnico del Comune si scomodasse dalla sua comodissima sedia e venisse a dare un?occhiata si renderebbe conto che il traffico nella direttiva di corso Rosselli è almeno due volte superiore al traffico intersecante di corso Duca degli Abruzzi.

Quindi, applicando le norme più elementari del buon senso, bisognerebbe allungare i tempi del verde di corso Rosselli, attualmente di nemmeno 30 secondi, diminuendo quelli di chi transita per corso Duca. Purtroppo in questo caso, come in molti altri, i servizi tecnici del Comune non si sono mai fatti vivi né fatti almeno sentire.

di Roberto Crudelini

http://elzeviro.net/2013/05/10/hollande-contro-la-lingua-francese-gli-intellettuali-in-rivolta/

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Di Redazione Elzeviro.eu

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