PADOVA – Un uomo che conosce alla perfezione la complessa macchina della Protezione Civile, un ex vigile del fuoco che negli ultimi otto anni ha vissuto da protagonista ogni emergenza grande e piccola che ha investito l’Italia e, soprattutto, quella ‘soluzione interna’ che tanti al Dipartimento auspicavano come riconoscimento al lavoro e all’impegno di un’intera struttura: Fabrizio Curcio, fino a ieri direttore dell’Ufficio Emergenze, è il nuovo capo del Dipartimento della Protezione Civile.
Il decreto con la sua nomina è stato firmato questa mattina dal presidente del Consiglio Matteo Renzi e nella scelta ha pesato, e non poco, l’opinione di Franco Gabrielli che, conoscendo gli umori e le necessità del Dipartimento, ha spinto per un uomo del Dipartimento.
Nessuno come il nuovo prefetto di Roma, fino a ieri alla guida di via Ulpiano, conosce Curcio, che in questi anni è sempre stato al suo fianco in ogni sua uscita, pubblica e non. “Sono molto soddisfatto. Con la nomina di Curcio, persona di grande professionalità, leale, e profondo conoscitore dei meccanismi del sistema nazionale di protezione civile, il presidente del Consiglio non poteva farci regalo migliore – è stato il primo commento di Gabrielli – Questa soluzione ci gratifica tutti perché è la prova del credito che il Dipartimento della protezione civile ha nei confronti dell’autorità politica”.
Un Dipartimento che, assicura il nuovo capo, non cambierà rotta. “Affronteremo i problemi del paese – sono state le prime parole di Curcio nel suo nuovo ruolo – in perfetta continuità con la gestione precedente” e in maniera “chiara e trasparente”. Anche Curcio, ringraziando il premier per la nomina, ha sottolineato come la soluzione interna rappresenti un elemento positivo per il Dipartimento: “è una crescita di tutta la struttura”.
Quanto alle priorità che lo attendono, Curcio non ha potuto far altro che ripetere quelle che ogni persona che l’ha preceduto, da Barberi a Bertolaso fino a Gabrielli, hanno sottolineato, spesso inascoltati, per anni: “sono sempre le stesse, la messa in sicurezza del territorio, la pianificazione delle attività prima che scatti l’emergenza, la necessità che i cittadini abbiano la consapevolezza di vivere in un territorio a rischio”. E ancora, la definizione chiara delle risorse per affrontare le emergenze già aperte, ed evitare che vi siano cittadini di serie A e di serie B, e una vera legge che riformi la protezione civile, senza stravolgerla ma restituendole le competenze e i poteri per poter agire in emergenza.
Non ancora cinquantenne, Curcio è laureato in Ingegneria e negli anni ha conseguito anche un master in crisis management. L’esperienza con le emergenze italiane ha cominciato a farsela da funzionario dei vigili del fuoco: con loro ha fatto parte della colonna veneta intervenuta nel terremoto di Marche e Umbria. E sempre da funzionario del Corpo ha coordinato i vigili del fuoco impegnati nel Giubileo del 2000 e quelli impegnati a Pratica di Mare per il vertice Nato-Russia del 2002.
Distaccato presso la presidenza del Consiglio, Curcio è arrivato alla Protezione Civile nel 2007, chiamato da Bertolaso a dirigere la segreteria. E’ L’anno dopo che diventa il capo delle emergenze e da quel momento è sempre presente in ogni sciagura italiana: a Messina per l’alluvione con oltre trenta morti ed in sala operativa la notte del terremoto de L’Aquila. Nel capoluogo abruzzese resterà per mesi, a coordinare gli interventi di soccorso. E poi ancora le alluvioni in Liguria e Toscana, il terremoto in Emilia, le centinaia di emergenze quotidiane fino alla rimozione della Concordia, dove è stato capo della struttura di missione. Ora arriva il ruolo di numero uno. “Ci sono tutti i presupposti – dice – per continuare un lavoro importante e serio”.
Non mi resta quindi che augurare buon lavoro al nuovo Capo della Protezione Civile
fonte dpc