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I costi folli dei nostri taxi attirano le multinazionali americane

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Così non va! 

TORINO-  Lo Stato italiano con la collaborazione di enti regionali e comunali, ovviamente tutti coordinati dall’Ue, sta portando la nostra economia nel baratro. Questo perché? Semplicemente lo Stato ha fatto e sta facendo delle scelte folli che non tutelano per nulla i servizi erogati sulla nostra penisola, favorendo così la concorrenza estera. Un vero e proprio seppuku (più comunemente conosciuto come harakiri) eseguito dai nostri amministratori.

Un esempio? A Torino da circa un mese è scattata la guerra contro la UberPop, multinazionale californiana che gestisce anche servizi di taxi. Gli americani sono sbarcati nel capoluogo piemontese offrendo un servizio ad un prezzo molto conveniente, ovviamente infischiandosene delle leggi vigenti in materia di concorrenza. Il Comune, su lamentela dei tassisti torinesi, è intervenuto dando l’autorizzazione ai vigili urbani a controllare e ritirare la patente a chi fosse risultato iscritto al servizio UberPop senza autorizzazione per il trasporto di persone. Tuttavia i californiani continuano ad operare sul territorio, sia perché il Comune non ha sufficiente forza per diffidare legalmente la multinazionale (anche per mancanza di supporto statale), sia perché la domanda da parte dei consumatori c’è.

Il servizio taxi italiano è uno dei più cari in Europa, sta dietro solo ai giganti del nord (Inghilterra e Svezia). A New York i taxi costano meno che in Italia. Questo però a cos’è dovuto? Purtroppo nello stivale i costi di gestione dei taxi sono i più elevati tra i paesi dell’Unione Europea: il gasolio costa il 16% in più rispetto alla media, il peso della pressione tributaria è di 3 punti percentuali superiore alla media, e l’assicurazione dell’autovettura è del 58% in più, una cifra inaudita. A fronte di questi impietosi confronti è normale aspettarsi delle piratesche incursioni di queste multinazionali d’assalto, che trovano terreno fertile in un mercato dove l’offerta non si vuole adattare alla domanda.

Come agirebbe ora uno Stato che vuole rilanciare i propri servizi? Innanzitutto prenderebbe a pedate nel sedere gli sciacalli provenienti da fuori, in secondo luogo si organizzerebbe un vertice con il responsabile dell’economia russa per farsi spiegare e insegnare come sia possibile che a Mosca i taxi costino esattamente la metà dei nostri (4,09 dollari ogni 3 km contro i nostri 8,41 ogni 3 km). Purtroppo però l’Italia con la Russia non può più aver contatti, ce lo ha imposto l’Unione Europea. 

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Di Redazione Elzeviro.eu

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