TORINO – Ci fosse andato, su quella benedetta bicicletta.
I mezzi pubblici di Torino si rivelano ancora una volta un’odissea violenta, quando si tratta solo, per un prezzo decisamente elevato considerata la qualità del servizio, (biglietto urbano 1,50€ per 70 minuti) di spostarsi da un punto A ad un punto B. Un giorno le varie violenze hanno cominciato a susseguirsi con una frequenza impressionante sulla linea 4, l’antico paradiso dei “portoghesi” che si spostavano da Barriera di Milano a Mirafiori solcando gratuitamente la città. E’ stato quando l’azienda di trasporto pubblico municipale (pubblico ancora per poco), ha introdotto il controllore fisso alla salita del mezzo. Apriti cielo. Mi chiedi il biglietto? Pugno in faccia. Abbiamo riportato varie storie simili. Ieri l’ennesimo avvenimento del genere, di cui vi diamo atto.
Ancora una volta l’autore del gesto violento è un cittadino straniero, un nigeriano di ventisette anni che ha colpito con ferocia tre controllori GTT con una pompa per gonfiare le ruote della bicicletta. L’episodio si è verificato sulla linea tranviaria (una delle poche rimaste su rotaia) 16 in pieno giorno: più precisamente alle 10 del mattino. Il motivo di tale escandescenzA? I tre controllori hanno osato chiedere di mostrare il biglietto di trasporto. I controllori sono spesso messi di fronte ad un dilemma difficlmente snodabile: chiedere il biglietto a tutti, senza operare discriminazioni, che sarebbe la scelta opportuna, oppure rischiare e chiedere anche ai più brutti ceffi il documento di viaggio. E spesso poco importa che viaggino in tre. Soprattutto se il gentile “portoghese” è fornito di un mezzo contundente pronto ad essere scagliato in testa al lavoratore.
Ecco perché si richiederebbe la presenza delle forze dell’ordine nelle normali attività di controllo del mezzo pubblico, perlomeno talvolta, oppure, come accade in altri paesi es. del Nord America, appaltare ad una ditta di sicurezza privata oppure alla polizia il controllo del documento di viaggio.