Quello che fu il triangolo industriale oggi offre le sue risorse gratuitamente agli zingari dediti a nomadismo e delinquenza, rendendo le città di Torino, Milano e Genova meno sicure che mai. Non solo i rom possono godere della superficie pubblica, ma le giunte comunali (di centro-sinistra) foraggiano la situazione con contributi direttamente dalle tasche dei cittadini contribuenti, aggravando il problema.
GENOVA – Si è riscontrato che le utenze dei campi nomadi presenti a Genova non vengono fatte pagare alle persone che vi stazionano da almeno otto anni e che l’importo riguardante le utenze di luce e acqua per l’anno 2011 era di oltre 200.000 euro, che moltiplicato per otto anni è di 1 mln e 600 mila euro di debito (tralasciando, quindi non considerando, la tassa sulla spazzatura, le pulizie dei campi e i lavori vari).
Si è inoltre rilevata una diatriba istituzionale (come osservato dalla Lega Nord) tra gli Assessori comunali ed il Municipio della Valle Polcevera, ed è risultato addirittura che le utenze sarebbero state pagate, alle società eroganti, con soldi pubblici.
I rappresentanti di Alternativa Tricolore, gruppo politico attivo su tutto il territorio nazionale, pur non essendo rappresentati in Consiglio Comunale, chiedono a gran voce al Sindaco Marco Doria (vicino a Sel) ed agli Assessori competenti, per bocca Mario Troviso (coordinatore provinciale genovese):
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se (e perché) l’amministrazione locale ha utilizzato denaro del contribuente, quindi pubblico, per esentare i nomadi dal pagamento delle utenze;
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se, in questi anni, il Comune ha redatto un censimento dei campi nomadi presenti nella città di Genova;
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di ripristinare una legalità sociale con il riscontro di eventuali costi e ricadute sui cittadini genovesi.