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Il campionato dei…soliti noti

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COMMENTO AL CAMPIONATO

Dominio assoluto delle prime sette che prendono il largo sul resto dei comuni mortali. La Juve passeggia contro il Palermo, così come la Roma e il Napoli rispettivamente contro il Toro e il Chievo. Più difficili le imprerse dell’Inter a casa del Bologna, dell’Atalanta a Bergamo contro il Crotone e della lazio a Empoli. Per le restanti 13 solo qualche piccola consolazione come nel caso del Sassuolo vittorioso di misura contro l’Udinese o come la…decisa goleada del nuovo Pescara formato Zeman ma in questo caso la salvezza resta ancora poco più che un miraggio.

E’ sempre più il campionato delle squadre che si trovano alla sinistra del tabellone e…neanche tutte, perchè a partire dalla Fiorentina, per andare al Toro e infine alla Samp il divario tra queste ultime, che sono comunque squadre già di media forza, e le prime non solo è assoluto ma…quasi imbarazzante. Per non parlare della differenza, a questo punto abissale, con le restanti dieci ovvero quelle che si ritrovano, e non per sfortuna, nell’infelice parte sinistra del tabellone.  Basta così, sulla necessità di tornare e anche urgenteemente al campionato a sedici squadre…ma al sottoscritto piacerebbe addirittura quello a quattordici, parliamo di questa scontatissima ed ennesima mattanza delle grandi sulle piccole.

Ma non illudiamoci: le nostre cosiddette grandi, con la l’unica doverosa eccezione di madama Juve, al cospetto delle big europee diventano squadrette al massimo da dignitosa metà classifica. E questo con buona pace di chi già cantava i suoi peana a favore del Napoli o della Roma, una delle due quasi fuori dalla Champion’s e l’altra già bella che rimandata dritta dritta in Europa League dove non è detto neanche che riesca ad uscirne indenne viste le squadre che ora sono rimaste. Dicevamo della Juve che, non poteva essere diversa, ha mietuto l’ennesima vittima sacrificale, un Palermo che è andato a giocarsela allo Juventus Stadium con la stessa tremarella di chi al tempo della Rivoluzione Francese saliva gli ultimi gradini che lo conducevano alla ghigliottina.

E che dire del Toro che di fronte ad attaccanti appane appena decenti come Dzeko e Salah ha fatto capire a tutti perché in questo momento, nonostante la presenza supereroica di Mihajlovic in panchina, sia mestamente a metà classifica con appena 35 punti. Non basta super spoiler Belotti se non hai una difesa appena appena decente.

Così come non basta al Chievo contro il Napoli avere una buona organizzazione di gioco se non hai nè una difesa all’altezza nè tanto meno un attacco capace di metterla dentro. Al di là dei meriti di Roma e Napoli c’è da dire che non hanno trovato oggi, come tante altre volte, neppure dei validi sparring partners. Un po’ più di fatica hanno fatto le quattro damigelle che stanno appena dietro. L’Inter ha avuto un discreto colpo di…fondo schiena trovando casualmente il goal contro un Bologna orgoglioso e tignoso da parte di chi per il lungo silenzio parea fioco, mentre all’Atalanta “screanzata” e gioiosa dei giovani è bastato un goal di Conti per stendere un Crotone ormai con un piede e forse anche qualcosa di più nella fossa.

Alla Lazio, come al solito arruffona e sprecona, c’è voluta la rete inziale di Krunic, goal della domenica…ma pur sempre goal, per svegliare i vari Immobile, Keita & C. dal coma vigile davanti all’ennesima porta stregata. Chissà cosa succederà domenica quando non ci sara la regia di Biglia sualificato per somma di gialli. Tare, per il quale questa squadra era difficilmente migliorabile, si travestirà forse da regista aggiunto con tanto di visiera, sedia pieghevole e megafono per dire…speriamo buona la prima. Se non fosse così, prepariamoci ad una serie infinita di ciak si…rigira, cattiva la prima, cattiva la seconda, cattiva la terza…e così via fino all’ennesimo pareggio subito in casa o peggio all’ennesima sconfitta di chi non riesce a perforare le difese munite per colossali limiti fisiologici. Ma tanto possiamo consolarci pensando che ad una manciata di minuti dal termine entrerà il re dei goal…passati, Djordjevic che da una vita…lunga come quella del patriarca Matusalemme, spera di ripetere le, finora uniche, gesta degne di gloria compiute contro il Palermo…al tempo dei Vespri sicialiani o giù di lì…per la serie la speranza è l’ultima a morire..per intanto moriamo tutti di sonno…amen.

Il Milan, l’ultima delle grandi, per non essere da meno dei cugini, doma una Fiorentina ancora tra color che sono sospese tra l’essere una volta per tutte grandi o tra l’essere definitivamente tra color che non piacciono a Dio e a’ nemici suoi. Anche qui basta un discreto Deulofeu e un accettabile Kucka per avere ragione di una difesa che assomiglia più ad un colabrodo che ad un muro o almeno ad una saracinesca. Scendendo di molto nella qualità, cioè parlando di un altro pianeta, dobbiamo registrare la vittoria risicata del Sassuolo a Udine e la super goleada del Pescara contro un Genoa sempre più giù con e che…si ritrova con la zeta di Zeman disegnata sulle maglie a fine gara. Sarebbe stato bello se tutto questo fosse stato deciso e decretato ai primi freddi autunnali e non ora quando ormai tutti i buoi e tutte le vacche non solo sono già scappate dal recinto ma vagano ormai a centinaia di chilometri dalla loro originaria casa. Più che un buon cow boy ora occorrerebbe  forse un super eroe. Nessun eroe invece nel mesto pareggio senza “morti” nè “uccisori”, tra la Samp e il Cagliari che sembrano non avere più nulla da chiedere ad un campionato che sa di salvezza per entrambe al limite, se proprio vogliamo, con ancora un po’ di giusta apprensione per il Cagliari.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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