Il Milan viene travolto a Genova dai rossoblu che dopo la sconfitta nel derby provano ora ad agganciare la zona Europa.
Il Milan dopo un filotto di risultati utili consecutivi viene schiantato da un Genoa mai domo e carico di rivalsa. La partita si mette sui binari consoni alle voglie del presidente Preziosi già dopo neanche dieci minuti quando il serbo Ninkovic si tuffa di testa sul cross di Rincon e mette in rete alle spalle dell’incolpevole Donnarumma. Il Milan colto dal vivo prova a reagire ma tutto quello che riesce a creare è un tiro da fuori di Romagnoli e un rasoterra di Bonaventura.
La partita va avanti così tra fiammate da una parte all’altra fino a quando al minuto 7 del secondo tempo Bacca non viene neutralizzato dal sempre attento e onnipresente Perin che nega ai rossoneri la gioia per un pareggio fino a questo punto anche meritato. La svolta della partita avviene quando Paletta compie un’entrataccia killer sul povero Rigoni, l’arbitro non ha dubbi ed estrae senza tema il cartellino rosso. A quel punto Montella è costretto a mandare in campo Gomez al posto di Bacca…e il Genoa finisce per dilagare.
Infatti, dopo un ennesimo salvataggio di Perin su Suso, succede che Lazovic manda un cross al bacio per Pavoletti al centro dell’area ma quest’ultimo viene anticipato da Kucka che spiazza il suo portiere per il due a zero a questo punto letale e senza via di scampo. Infatti dopo poco arriva anche la terza fiondata ad opera di Pavoletti che dopo essersi liberato di Romagnoli si ritrova a tu per tu con Donnarumma e lo buca con un preciso destro piazzato.
Il Genoa ora affianca provvisoriamente il Toro e la Lazio in piena zona europea e guarda con rinnovate speranze verso un futuro forse inaspettato.Per il Milan invece una salutare ridimensionata dopo gli squilli di tromba forse eccessivi ed eccessivamente trionfali: se vorrà rimanere ancora in alto dovrà lavorare molto anche sull’umiltà e sullo spirito di sacrificio. Le grandi squadre non nascono per caso: ma come sempre occorrono sangue, lacrime e tanto sudore.