“Abbiamo fatto un errore. Ci scusiamo con tutti quelli di cui abbiamo urtato la sensibilità. Dopo aver parlato a lungo con Di Canio, nonostante la sua professionalità e competenza calcistica, abbiamo deciso insieme di sospendere la sua collaborazione”.
Lo ha detto Jacques Raynaud, executive vice president Sky Sport & Sky Media, parlando, nel corso della presentazione dei palinsesti 2016-2017, delle polemiche per una foto sui social dell’ex calciatore con il tatuaggio ‘DUX’ in vista sul braccio.
Quando assumi come commentatore sportivo Paolo Di Canio lo fai perché è stato un importante calciatore europeo ed è uomo dalla massiva esperienza in fatto di calcio inglese, ché oltremanica ha giocato, vinto, vinto premi di fair play, è stato implorato da sir Ferguson di andare allo United, ma ha rifiutato per fedeltà alla maglia del West Ham.
Si tratta di uno che i tifosi britannici, non proprio gente anima e core, cantano di amare e che gli farebbero fare un giro sulle loro mogli. Paolo Di Canio è uno che però non è stato assunto come allenatore da una squadra inglese perché dichiaratamente fascista, uno che allo Stadio olimpico faceva saluti romani alla folla impazzita e che è pieno di tatuaggi.
Se, dopo averlo assunto con la piena consapevolezza della sua fede fascista, lo licenzi per lo stesso motivo, sei un ipocrita. Lo fai perché è spuntato un tatuaggio con una scritta Dux da una maglietta. Puoi licenziare Di Canio perché forse è un tamarro pieno di tatuaggi, ma allora troveresti ben pochi collaboratori, ma non puoi chiedergli di farsi da parte per una cosa che conosci, che sai che tutti sanno, anche i bambini tra i telespettatori. In realtà hai messo da parte Di Canio perché non ha indossato una camicia, quindi perché non ha nascosto qualcosa che tutti sanno.